Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera dove ha affrontato diversi temi:
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Casini: “Tasse? I club non chiedono ristori ma piano di rateizzazione. Il caso Juve…”
«Il calcio non esige ristori, questo concetto deve essere chiaro. Chiediamo che il settore continui a pagare le tasse nel modo più ragionevole possibile, nell’interesse dello Stato. Serve una soluzione a beneficio di tutti, non solo dello sport, per definire nel minor tempo possibile con l’Agenzia delle entrate un piano di rateizzazione. Con le norme vigenti, scaduto il termine per pagare gli adempimenti fiscali sospesi ci vorrebbero almeno 2-3 mesi prima che si possa aderire a un piano con l’Agenzia. L’obiettivo è snellire questi tempi così le società potranno subito pagare a rate, senza sanzioni penali e sportive».
Cosa replica a Matteo Renzi che ha definito vergognosa l’ipotesi di concedere dilazioni alle società di calcio?
«Nel caso dello sport, calcio incluso, una norma speciale, approvata a larga maggioranza dal Parlamento, è in vigore da quasi un anno. Il problema dei tempi sulla definizione del piano di rateizzazione è generale e non riguarda solo lo sport. Il pallone fa notizia per le risorse che muove a beneficio dell’intero sistema sportivo italiano. La richiesta di rateizzazione non è nuova e accompagna da mesi la sola vera misura che lo Stato ha adottato nei confronti di tutto lo sport dopo la pandemia, ossia la sospensione dei tributi. A un anno di distanza si chiede di versare in unica soluzione 11 mesi di imposte: è poco logico e incoerente con la misura stessa, pensata per recuperare liquidità. Nessuno oggi è inadempiente e tutti vogliono pagare».
L’inchiesta sulla Juventus contribuisce a offuscare l’immagine del calcio italiano agli occhi della politica?
«Il pagamento dei tributi sospesi riguarda tutti gli sport. In audizione in Senato lo hanno sottolineato tutti, non solo la Lega A. E ringrazio il basket per il supporto che ha dato alle nostre comuni istanze. Ci si concentra sul calcio per il suo “peso”. Quindi sì, forse l’opinione pubblica sarà condizionata dal caso Juve, ma sarebbe bello si ricordasse che il calcio — con il gettito fiscale, che tutte le società vogliono assicurare — sostiene lo sport in Italia…».
Con gli scandali in prima pagina, il calcio non sente la necessità di fare autocritica?
«La rateizzazione nulla ha a che vedere con i problemi strutturali del sistema. Entro fine anno sarà pronto un piano di riforme: presenteremo a Figc e al ministro Abodi un pacchetto di proposte per rilanciare il calcio italiano».
Come accogliereste una eventuale respinta del Governo alla vostra richiesta di rateizzare senza interessi?
«Non è ragionevole esser sanzionati per voler pagare a rate le imposte sospese dallo Stato. Se così sarà, le società pagheranno con le stesse sanzioni previste per i contribuenti inadempienti, ma i problemi delle tempistiche amministrative e delle sanzioni penali e sportive medio tempore vanno risolti».
La mediazione di Lotito, presidente e senatore, uno e trino, ha suscitato critiche.
«Al di là del gioco dialettico, la presenza in Parlamento di una persona che conosce i problemi del calcio (come accaduto in passato, cito qui solo Matarrese) è un valore. Ricordo che le istanze dello sport hanno trovato ascolto in tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione».
Con la presentazione di un altro emendamento si punta a valorizzare i diritti tv.
«Sì, lo si chiede da anni, ed è urgente. Se fosse approvato, la durata massima del ciclo dei diritti salirebbe da 3 a 5 anni, come accade in altri Paesi Ue. Ma tutte le leghe di ogni sport, non solo il calcio, saranno più competitive sul mercato».
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