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Caso Vieri, le motivazioni del giudice: “Ha sofferto, ma carriera non intaccata”

Christian Vieri è stato spiato dall’Inter, per questo la società nerazzurra dovà versare all’ex giocatore un mln di euro di risarcimento. Per capire meglio cosa viene contestato ai dirigenti interisti si possono leggere le...

Eva A. Provenzano

Christian Vieri è stato spiato dall'Inter, per questo la società nerazzurra dovà versare all'ex giocatore un mln di euro di risarcimento. Per capire meglio cosa viene contestato ai dirigenti interisti si possono leggere le motivazioni depositate dal giudice Damiano Spera che ha deciso su caso. 

CARRIERA - Intanto è stato intaccato il diritto alla privacy dell'allora calciatore nerazzurro, ma non è stata intaccata la carriera. Ecco cosa è scritto nelle motivazioni: "Allo stato non risultano danni patrimoniali accertati. Non può, infatti, ritenersi provato che i fatti per cui è causa abbiano determinato per l'attore minori possibilità di guadagno". In questo senso si può anche capire la differenza tra la richiesta di danni per un mln e la cifra prevista per il risarcimento effettivo di un solo mln. Non sono stati riscontrati danni alla carriera dell'attaccante che negli anni seguenti ha giocato con Atalanta e Fiorentina. 

MONDIALI 2006 - Non è stato possibile neanche accertare che nel 2006 la convocazione con la maglia della Nazionale Italiana non sia arrivata per colpa dell'Inter: "L'età del giocatore (33 anni), oltre che il notorio infortunio dallo stesso subito proprio nel 2006, costituiscono eventi che secondo la normalità dei casi nel settore calcistico influenzano negativamente ed in modo determinante le aspettative di carriera di giocatori di calcio professionisti, specie se ingaggiati nel ruolo specifico rivestito dall'attore(attaccante)". Non risulta quindi "affatto provato il nesso di causalità tra gli illeciti oggetto del presente giudizio e la mancata partecipazione dell'attore ai Campionati del Mondo di calcio". Non risultano "provati i danni lamentati dall'attore per la perdita di ingaggi da parte di prestigiose società calcistiche e per la asserita 'carriera stroncatà'. All'epoca dei fatti ma soprattutto all'epoca del grave infortunio che gli ha impedito di svolgere la propria professione per quasi un anno e di partecipare ai Mondiali, aveva 33 anni; tale circostanza ha sicuramente inciso sulle prospettive di ripresa e di carriera dell'attore negli anni successivi alle vicende per cui è causa".

PRIVACY VIOLATA - Le inchieste fatte dall'Inter per il giudice hanno intaccato la privacy di Vieri e gli hanno sicuramente comportato sofferenze: "Le prove testimoniali hanno però comprovato che l'apprendimento della notizia di aver subito una rilevante violazione della propria vita privata ha comportato per l'attore una indubbia sofferenza. "Tale circostanza - prosegue il giudice - appare del resto verosimile in quanto può ritenersi massima di comune esperienza che un'indebita intromissione nella propria sfera privata da parte di soggetti estranei, tanto più quando viene effettuata in modo subdolo e con modalità illecite, ingenera nella vittima uno stato di sofferenza".

NESSUN DANNO PERMANENTE - I legali di Vieri sarebbero riusciti a provare un momento di disagio e di malessere psico-fisica che ha vissuto l'ex nerazzurro che il giudice ha controprovato con una consulenza d'ufficio, ma al contrario di quanto chiesto dalla difesa "Non si ravvisa danno non patrimoniale da lesione del bene salute" dal momento che "non risulta provata l'insorgenza di una malattia psico-fisica in capo all'attore a seguito dei fatti di cui é causa e pertanto nessuna somma può essere liquidata a titolo di danno biologico (permanente e temporaneo)".