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CdS – Il problema dell’Inter è a centrocampo. Manca qualità in costruzione in mezzo

Spalletti non ha opzioni per migliorare il gioco. Borja, Vecino, Gagliardini e Brozovic stanno vivendo un periodo negativo

Andrea Della Sala

In queste ultime uscite dell'Inter, è sempre più evidente come il centrocampo dell'Inter non stia girando. Un vuoto in mezzo al campo che, da quando se ne sono andati gli eroi del Triplete, non è più stato colmato. Il principale problema dell’Inter attuale è in mediana dove manca la qualità necessaria per garantire un’impostazione fluida della manovra. Joao Mario se n’è andato senza rimpianti, ma anche Borja Valero, Vecino, Gagliardini e Brozovic negli ultimi due mesi abbondanti non hanno garantito un rendimento all’altezza né quando Spalletti ha puntato sui due mediani e il trequartista né quando si è affidato ai tre centrocampisti.

Adesso che gli esterni offensivi non funzionano più, le lacune del gioco nerazzurro vengono a galla: Borja Valero non ha il passo del trequartista e, se Candreva e Perisic non sono al top, lui non ha né la rapidità né il senso del gol per aiutare i compagni. Può essere utile nel centrocampo a tre (da mezzala perché da vertice basso è lento nell’esecuzione), non da rifinitore. Vecino era stato preso per la sua abilità negli inserimenti e facendo il mediano nel 4-2-3-1 viene limitato, anche se neppure a tre è andato bene. Gagliardini? La sua involuzione rispetto all’Atalanta è spaventosa: ora non ha la tranquillità per impostare (basta contare i suoi errori nei passaggi...) e non è sicuro. Di Brozovic non è in dubbio la generosità, ma la continuità, le scelte che fa e certi atteggiamenti che non piacciono. Resta Rafinha che non ha la sufficiente autonomia perché non può allenarsi con continuità complice il ginocchio non ancora a posto. Quando ha giocato, però, l'ex Barça ha dimostrato di avere un altro passo rispetto agli altri e di poter nascondere almeno in parte i limiti del reparto. Il generale i centrocampisti dell’Inter segnano poco, non servono assist e, Rafinha a parte, non saltano mai l’uomo.

(Corriere dello Sport)