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Cecere: “Il Codice M, il nuovo libro degli interisti”

Il noto giornalista della Gazzetta dello Sport, Nicola Cecere, da sempre vicino agli ambienti nerazzurri, scrive oggi, le sue impressioni, il giorno dopo la presentazione di Walter Mazzarri, come nuovo tecnico dell’Inter: “Cravatta...

Riccardo Fusato

Il noto giornalista della Gazzetta dello Sport, Nicola Cecere, da sempre vicino agli ambienti nerazzurri, scrive oggi, le sue impressioni, il giorno dopo la presentazione di Walter Mazzarri, come nuovo tecnico dell'Inter: "Cravatta azzurro Napoli su camicia bianca: l’ultimo omaggio al passato. La giacca invece è blu scuro, in omaggio al presente cominciato ieri quando ha ufficialmente concluso quel tenace inseguimento al top club durato più di un anno. E’ elegante Walter Mazzarri nel primo giorno di Inter (con la civetteria del fazzoletto nel taschino), sembra uno sposo. Ma ci tiene a essere soprattutto chiaro,  la squadra dovrà avere un’anima e un gioco riconoscibili. Concetti diretti, quasi un decalogo di comportamento per quanti dovranno accompagnarlo nell’avventura. «Ciò che dirò subito ai ragazzi è che il bene comune viene prima di quello personale. Gli fornirò dei codici, sapranno sempre cosa fare in campo e fuori». Mazzarri come Dan Brown, conta di far fortuna con i codici. Nega contrasti con Cassano, conferma il carattere forte, da sergente di ferro: «Sono un accentratore, mi assumo la responsabilità di tutto, pure del settore medico». Non è un caso che il dottor Franco Combi sia stato fra i primi a confrontarsi con lui dinanzi a Moratti. Il presidente voleva un altro Mourinho, spera di averlo scovato in Toscana. «Vengo da dieci anni di successi, il presidente cercava uno come me, ho le caratteristiche ideali per guidare questa squadra». Niente giri di parole, inutile apparire modesti se si è così sicuri di sé. Walter a cinquant’anni sente di aver meritato la grande chance attraverso una lunga, positiva gavetta. E ora si cala nel lavoro con lo scrupolo di sempre maggiorato dai sogni di gloria, perché lui è fermo a una coppa Italia e il tifoso interista vuole competere per lo scudetto. Esattamente come lui. In quasi un’ora di confronto con i media, Mazzarri ha cercato di fare colpo sulla nuova piazza insistendo molto sul tasto del lavoro. «Per me l’allenamento è sacro». Chi intende far flanella o gestirsi a proprio piacimento, si regoli. Si respira aria nuova, è stata spalancata una finestra nello spogliatoio della Pinetina. Al termine dell’analisi su come ripartire Massimo Moratti ha salvato sia il medico che gli uomini di mercato, a pagare è stato soltanto il preparatore atletico, incompatibile con il professor Pondrelli, storico collaboratore di Mazzarri. Il direttore dell’area tecnica, Marco Branca, e il direttore sportivo, Piero Ausilio, hanno scortato il nuovo allenatore davanti alle telecamere. Il messaggio è evidente: Moratti non farà la rivoluzione, anche lui si fida dei collaboratori storici. Evidentemente nel suo giudizio i meriti pregressi sono superiori agli errori recenti. Adesso però c’è da azzeccare le mosse. Mazzarri non chiederà la luna, ma va accontentato in tutto sui neo acquisti. Può aiutarlo, sul piano dell’entusiasmo popolare, una conclusione rapida della partita con l’uomo d’affari di Giacarta, partita che ha riservato ai tifosi importanti precisazioni da parte di Moratti: 1) le cifre di cui si è parlato finora (offerta fra i 250 e 300 milioni) sono false; 2) non c’è una esigenza inderogabile di costruire il nuovo stadio; 3) non c’è soltanto Thohir interessato al club; 4) il presidente intende cedere quote di minoranza. Il terreno già così sembra sgombrato da ostacoli. Il sergente M lavori sereno ."