"Quando ci sono cambiamenti c'e' sempre inevitabilmente un po' di rumore, di attenzione. Ma e' stato sufficiente spiegare che era la fine della promozione che era stata fatta e che quindi si applicava il prezzo che era stato previsto in maniera molto chiara all'inizio. Poi e' stato rilanciato il secondo tipo di abbonamento per dare la possibilita' a chi come me che vivo in una citta' e lavoro in un'altra di vederla in contemporanea con mio figlio".
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Ceo Dazn: “Polemica sul prezzo? E’ finita la promozione. Mi ha colpito il dato…”
Il Ceo di Dazn, Stefano Azzi, a margine degli Stati generali della lotta alla pirateria spiega all'AGI che il costo dell'abbonamento alla piattaforma, differente se Dazn e' usufruibile su un solo device o in contemporanea su due - e' congruo e che la polemica montata sui social contro l'aumento del prezzo e' stata frutto di un misunderstanding.
"Il prezzo dell'abbonamento non e' la causa principale che spinge le persone a cercare siti pirati, come su vede anche dalla ricerca Ipsos sulla pirateria audiovisiva in Italia realizzata per la Fapav - aggiunge Azzi - il pezzotto (il meccanismo per usufruire delle piattaforme pirata, ndr) prima di essere fermato aveva un prezzo di 10-12 euro e permetteva di usufruire in maniera illecita di tutte le piattaforme del mondo. Offriva, quindi, una tale mole di contenuti che non c'e' prezzo che possa aver alcun tipo di confronto".
Azzi sottolinea poi come la condivisione delle password per entrare nella piattaforma e' uno dei punti deboli della lotta alla pirateria. "Nella ricerca mi ha colpito il dato di condivisione dello sharing che e' altissimo: oggi ci sono siti che fortunatamente sono stati bloccati, dove si condividono password, cosa che fa male a tutta l'industria e crea piu' impatto di tutto il resto", ha aggiunto.
(AGI)
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