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Lo chef Cerea: “Da sempre interista, quest’anno spero nel Triplete. Con Zhang…”

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Intervistato da Tuttosport, Enrico Cerea, chef rinomato e tifoso interista, ha parlato così della partita contro l'Atalanta in programma stasera

Matteo Pifferi

Intervistato da Tuttosport, Enrico Cerea, chef rinomato e tifoso interista, ha parlato così della partita contro l'Atalanta in programma stasera:

«Sono da sempre interista, ma essendo anche di Bergamo, il mio cuore batte pure per l’Atalanta. Per chi tifo stasera? Amando entrambe le squadre, è come chiedere di scegliere tra la mamma e il papà. La partita sarà per me una sofferenza».

Steven Zhang e Luca Percassi sono vostri affezionati clienti.

«Entrambi sono graditissimi ospiti, sempre. Direi che si frequentano in maniera piacevole».

Quale è il piatto preferito di Zhang?

«La nostra mitica Orecchia d’elefante, costoletta di vitello sanato pesante di razza piemontese, impanata con pane e grissini per rendere particolarmente croccante lo scrigno esterno e mantenerne tenero e morbidissimo l’interno, servita con patate al forno e pomodorini di Pachino appena scottati».

E di Percassi?

«Un grande classico di: “Da Vittorio”: l’insalata di pesce al vapore, un piatto raffinato, leggero ma completo, mai uguale a se stesso: le materie prime cambiano a seconda della stagionalità e della disponibilità del mercato».

Uno chef stellato chi è più un presidente, un direttore sportivo, un allenatore o il capitano?

«Potrei dire che è tutte queste cose. Le brigate di cucina e sala sono un’autentica squadra: per funzionare a dovere i ritmi di entrambi i comparti devono lavorare all’unisono. Uno chef deve essere capace di creare un gruppo coeso, deve saper motivare il suo team, ma soprattutto deve essere capace di dare per primo il buon esempio».

Dove può arrivare la “sua” Inter?

«Spero che possa aspirare al Triplete, come nel glorioso 2010».

L’Atalanta è da scudetto?

«L’Inter in questo momento è la squadra da battere per la continuità di risultati fin qui dimostrata, la Dea però ha dalla sua la capacità di ribaltare anche la partita all’apparenza impossibile. Si giocherà tutto nelle ultime sfide di campionato».

Se l’Inter fosse un suo piatto, quale sarebbe?

«Credo il nostro Uovo all’uovo, con quattro tipologie diverse di uova (quaglia, strapazzate, salmone, caviale), per la sua complessità e ricercatezza».

Se l’Atalanta fosse un suo piatto, quale sarebbe?

«Ovvio, il nostro piatto simbolo: i paccheri alla Vittorio».

Quali giocatore di Inter e Atalanta paragonerebbe ad un suo piatto?

«Alexis Sanchez, in questo momento una delle colonne portanti dell’attacco interista, che ci ha portato alla vittoria della Supercoppa. E Duvan Zapata, un’autentica forza della natura».

Se la sua cucina fosse una squadra di calcio, quale sarebbe?

«Vista anche la lunga storia di ristorazione della nostra famiglia, direi il Real Madrid. Ma per i fuoriclasse che ospita, anche il PSG».

C’è un calciatore in cui si rivede?

«Sarà magari scontato, ma mi piace pensare di poter somigliare a un mito come Messi. Un campione, certo, ma soprattutto un professionista e un perfezionista assoluto, un po’ come me».

Quale è il calciatore per cui è stato più orgoglioso di cucinare?

«Ho avuto il piacere di farlo per David Beckham, è stato un bellissimo momento incontrarlo».

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