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Cerruti (GdS): “L’Inter non perde il vizietto. Pioli va tenuto. Conte? Fu lui ad offrirsi”

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, ha detto al sua sull'Inter e sul futuro di Stefano Pioli

Riccardo Fusato

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, ha detto al sua sull'Inter e sul futuro di Stefano Pioli: "Sono passati soltanto quattro mesi e il futuro di Pioli è già in discussione, malgrado abbia un contratto in scadenza alla fine della prossima stagione. Colpa, in generale, della mancanza di serietà del nostro calcio, perché i contratti andrebbero rispettati. E colpa, in particolare, dei capricci dell’Inter che cambia presidenti e proprietà, ma non il vizietto di discutere prima, ed esonerare poi, i propri allenatori, specie quelli che non urlano e preferiscono essere persone anziché personaggi. L’esempio più clamoroso ha riguardato Ranieri, guarda caso nato anche lui il 20 ottobre come Pioli, anche se 14 anni prima, che prese il posto di Gasperini nell’autunno del 2011, ma nonostante sette vittorie consecutive, nella primavera del 2012 fu addirittura esonerato dopo una sconfitta contro la Juventus. Stavolta la sconfitta contro la Roma non gli è costata la panchina, ma improvvisamente, dopo tanti elogi, Pioli ha letto che il prossimo anno al suo posto potrebbero esserci Allegri, Simeone o Conte, che per la verità aveva lanciato messaggi alla società nerazzurra quando la sua panchina al Chelsea scottava come quella di De Boer. Nel frattempo, però, Conte è decollato in Premier, mentre Pioli è atterrato sul pianeta Inter in una situazione gravemente compromessa. Dopo 12 giornate, infatti, Icardi e compagni occupavano il nono posto in classifica, con 17 punti come la Fiorentina, a meno 13 dalla Juve, meno 9 dalla Roma, meno 8 dal Milan terzo, meno 5 da Lazio e Atalanta, meno 4 dal Napoli e meno 2 da Torino e Genoa.

IL BILANCIO DI PIOLI - "In 15 partite, con Pioli, l’Inter ha ottenuto 11 vittorie, un pareggio e 3 sconfitte, risalendo fino al sesto posto che vale l’accesso al playoff di Europa League, con la possibilità di scavalcare l’Atalanta nel confronto diretto di domenica prossima a San Siro. A parte la Juventus, fuori corsa, in quattro mesi l’Inter ha perso soltanto 2 punti rispetto al Napoli, che però ospiterà a San Siro, guadagnandone 4 sull’Atalanta, 3 sulla Lazio e 1 sulla Roma, scavalcando Milan, Torino e Genoa. Basterebbero questi freddi numeri per promuovere Pioli, ma, siccome i numeri non dicono mai tutto, bisogna aggiungere l’importanza del suo lavoro sul campo e nello spogliatoio. Come ci eravamo permessi di prevedere con il «senno di prima», in attesa del suo debutto nel derby, Pioli ha portato l’equilibrio tattico che mancava, grazie a mosse semplici, regalando certezze, calma e serenità. Ora l’Inter è una squadra, con un’identità tattica chiara, come le alternative nel modulo e negli uomini, perché Joao Mario e Banega possono essere ugualmente utili, ma non possono giocare insieme con Candreva e Perisic. È vero che Pioli può avere sbagliato l’impostazione della gara contro la Roma, ma più di lui sbaglia la società a far trapelare l’ipotesi che venga confermato soltanto in caso di terzo posto, difficile per la partenza a handicap con De Boer, non per la ripartenza del suo successore. Ecco perché, con o senza Champions, Pioli merita di guidare l’Inter la prossima stagione. Con rinforzi adeguati (uno o meglio più di uno tra Rodriguez, Verratti, Bernardeschi e Berardi), potendo lavorare da luglio invece che da novembre, avrà tutto il tempo per dimostrare di essere l’uomo giusto al posto giusto."

(Gazzetta dello Sport)

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