Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, analizza i momento delle due squadre di Milano, dopo il derby: "Un tacco e via. Palacio firma il gol del buon Natale all’Inter e la prima vittoria di Thohir, con tanti saluti al Milan che sprofonda a meno 12 dai nerazzurri, a meno 27 dalla Juventus, ma soprattutto a meno 17 da terzo posto che fu. E’ questa la condanna più dura di un derby minore, senza i colori delle curve e senza il bel gioco dei tempi migliori, che si scalda soltanto nel finale quando l’argentino si ribella alla mediocrità generale con un colpo degno dei vecchi campioni di San Siro. La classifica dice che dopo tre pareggi e una sconfitta l’Inter torna a vincere nella serata più difficile, difendendo il quinto posto dall’assalto del Verona, sempre nella scia della Fiorentina, ma più vicina al terzo posto del Napoli, frenato dal pareggio a Cagliari. Ma al di là di questo successo, meritato per i cambi di Mazzarri e per il rabbioso finale con una dimostrazione di migliore tenuta atletica, la classifica dice anche che il futuro sorride più all’Inter che al Milan. Nella serata in cui lasciano alla Juventus il record di gol segnati, i nerazzurri dimostrano di avere una base da cui ripartire, perché tutti sanno che cosa fare anche se poi non lo fanno alla perfezione, per mancanza di qualità, come Taider o per carenza di benzina come Zanetti. La difesa a tre con la R di Rolando al posto di quella di Ranocchia è un reparto collaudato, stavolta più coperto dai due esterni Jonathan e Nagatomo e dai senatori Cambiasso e Zanetti, mentre Guarin è il primo incursore alle spalle dell’unica punta Palacio. E anche i cambi con Kovacic, Kuzmanovic e Icardi hanno una logica che non stravolgono l’impianto. E’ vero che il problema è l’interpretazione del modulo, ma qui dovrà intervenire Thohir, perché se Milito non rientra non si possono chiedere in continuazione i miracoli a Palacio. Basterebbe un attaccante che possa permettere a Palacio di fare la seconda punta, e un esterno che Mazzarri attende invano dall’estate, per consentire all’Inter di inseguire il terzo posto, difficile ma non impossibile. Mal che vada, comunque, questa è una squadra che può e deve tornare almeno in Europa League, con il conforto di un nuovo presidente con un piano per il futuro.Il Milan, invece, già graziato dall’arbitro che non vede un fallo da rigore di Zapata su Palacio, conferma di non avere né gioco, né presente, con poco futuro. Perso senza alibi il derby, con un allenatore ormai delegittimato, il rischio è quello di battere il record di Sacchi, che dopo avere preso il posto di Tabarez nel 1996 portò la squadra all’undicesimo posto finale, peggior piazzamento della gestione-Berlusconi. Perché a questo punto poco serve sottolineare l’azzardo di Allegri che schiera a sorpresa Saponara, preferendolo a Matri da lui fortemente voluto a fine agosto. Al di là delle scelte discutibili, la squadra nel finale perde prima il derby e poi la faccia, con l’espulsione di Muntari, l’ammonizione di Balotelli e un nervosismo generale, che riflette lo sbandamento generale. Ma forse, guardando avanti, quello che preoccupa di più è l’incertezza societaria, perché Berlusconi che aveva promesso di essere più vicino alla squadra era assente anche stavolta. Guarda caso nella serata in cui l’Inter incomincia una nuova era. Un raggio di ottimismo che vale persino di più del tacco di Palacio.
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Cerruti: “Inter spiragli di futuro roseo. Il Milan invece…”
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