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Cerruti (GdS): “Nella stagione dell’Inter c’è pure il segno lasciato da Zhang”

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Alberto Cerruti, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha voluto rimarcare il ruolo importante di Steven Zhang

Matteo Pifferi

Alberto Cerruti, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha voluto rimarcare il ruolo importante di Steven Zhang:

"Se in campo non vanno gli allenatori, figuriamoci i presidenti. La differenza la fanno e la faranno sempre i giocatori, come si è appena visto a Roma quando il gol di Tonali ha ricacciato l’Inter alle spalle del Milan. Ma se è vero che tutto serve in questa volata rossonerazzurra per lo scudetto, Handanovic e compagni ripartono con una spinta in più: quella di Steven Zhang, “il presidentino” come viene chiamato ad Appiano Gentile e dintorni. Il diminutivo è puramente affettuoso, legato soltanto alla sua giovane età e non certamente al ruolo, perché malgrado abbia soltanto 30 anni, compiuti il 21 dicembre scorso, il numero uno dell’Inter è un presidente vero, non di facciata come altri, e sempre più tifoso. Proprio le sue ultime frasi, pronunciate a Imola in occasione del Gran Premio di Formula uno, hanno dimostrato quanto Steven Zhang sia entrato nel mondo nerazzurro e di riflesso italiano, visto che ha accuratamente evitato di pronunciare la parola “scudetto”. «Chiudiamo gli occhi e continuiamo a spingere. Del risultato finale si parla soltanto quando è arrivato», si è limitato a dire con un sorrisetto furbo di chi ha imparato la lezione di scaramanzia appresa da Beppe Marotta, il primo sempre al suo fianco dell’affiatata squadra dirigenziale completata da Alessandro Antonello, Piero Ausilio e Javier Zanetti.

"Ufficialmente in carica dal 19 ottobre 2018, quando aveva soltanto 26 anni, Zhang si è innamorato subito dell’Inter e ricordiamo il suo genuino piacere quando debuttò a Montecarlo, nell’estate del 2019, per seguire i sorteggi dei gironi di Champions. Lo scudetto allora sembrava un sogno e invece la stagione scorsa è stato il primo presidente di una proprietà straniera capace di vincerlo. Quest’anno ha già festeggiato la Supercoppa italiana, strappata alla Juventus, e proprio dopo l’ultima gara vinta in casa dei bianconeri, che ha rilanciato l’Inter, negli spogliatoi è stato abbracciato dai giocatori che lo hanno strattonato come se fosse uno di loro. Più giovane del capitano Handanovic, di D’Ambrosio, Darmian, Dzeko, Perisic, Ranocchia e Sanchez, Zhang è stato al gioco e proprio questo legame con la squadra, percepito anche all’esterno, lo ha fatto entrare nel cuore dei tifosi, trasformandolo al tempo stesso in una piacevole eccezione nel nostro calcio, sempre meno italiano e non soltanto sul campo".

"L’entusiasmo con cui Zhang segue l’Inter, ad Appiano Gentile, a San Siro e anche in trasferta dimostra che, al di là degli interessi economici delle crescenti proprietà straniere, è benvenuta anche la passione, che è sempre stata il punto in comune tra i grandi presidenti italianissimi, come Fraizzoli, Pellegrini e Moratti per rimanere all’Inter, e i tifosi. Senza entrare nel merito dell’impegno altrui, i proprietari americani del Milan e della Roma, invece, sembrano molto più distanti, almeno fisicamente, dalle rispettive squadre e di riflesso dal pubblico. Ognuno, ovviamente, è libero di comportarsi come preferisce, perché alla fine conta vincere. Anche se quest’anno il “tripletino” può fare rima soltanto con presidentino".

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