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Collovati: “L’11 luglio diventi festa nazionale. Mancini come Guardiola e Bearzot”

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L'ex difensore esalta l'Italia: "Ha giocato un calcio entusiasmante. Mancini ha trasferito le sue idee in panchina"

Fabio Alampi

Fulvio Collovati, intervistato dal Corriere della Sera, non trattiene la sua gioia dopo il trionfo dell'Italia a Euro 2020: "E adesso l'11 luglio diventi festa nazionale. L'anno prossimo noi vecchi festeggeremo i 40 anni dalla vittoria in Spagna, questa grande squadra brinderà al primo anniversario dalla conquista dell'Europeo: è una data speciale per l'Italia".

La Nazionale di Mancini l'ha conquistata.

"E come potrebbe essere altrimenti? Ha giocato un calcio entusiasmante. Non ha avuto la mentalità sparagnina che tante volte caratterizza le nostre squadre. La gente mi ferma per strada e mi dice: ci divertiamo".

Perché Mancini ha dato questa impronta offensiva all'Italia?

"Perché ha la testa di un numero dieci, non è un calcolatore. Da giocatore amava il calcio d'attacco, ha trasferito le sue idee in panchina. Mi ricorda un po' Guardiola, che ha abbandonato il tiki-taka di 15 anni fa e gioca in velocità, e un po' Bearzot".

Questa Nazionale può aprire un ciclo di grandi risultati o è destinata a durare lo spazio di un Europeo?

"Può riuscirci, ma a due condizioni. Uno: bisogna prevedere un ricambio generazionale per i due difensori centrali, che sono avanti con gli anni. Due: serve un Paolo Rossi. Non voglio sminuire il lavoro di Immobile e Belotti: sono bravi, lottano per la squadra. Paolo, però, era Paolo. Nell'82 abbiamo pareggiato tre partite di fila, perché lui non segnava. Poi ha cominciato e la musica è cambiata".

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