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Commisso: “Nedved? Non devo parlarci. Io pentito? Perché mai? Pure mia moglie…”

Le parole del presidente della Fiorentina

Marco Astori

Lunga intervista concessa da Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ai microfoni del Corriere dello Sport. Il numero uno Viola è tornato sulle polemiche post Juventus-Fiorentina, spiegando il perché del suo sfogo.

Lei ha ribadito che il suo non è stato uno sfogo “a senso unico”, contro i bianconeri. 

«Lo confermo. Non si è trattato di una esternazione “ad personam”, rivolta alla Juventus. L’ho detto subito, l’ho fatto per il calcio italiano, che poi è quello che viene esportato nel mondo. Su ESPN, per esempio, queste incongruenze nel metodo di giudizio sono state sottolineate in diretta, prima ancora delle mie parole. Ci sono stati dei fatti ed io sono intervenuto per difendere gli interessi della mia squadra».

La sua è stata una richiesta d’attenzione globale, è così? 

«Lo ribadisco ancora una volta: la mia non è stata una richiesta dì favori per la mia squadra, quanto una maggiore uguaglianza nel metro di giudizio».

E Nedved? 

«Buffon, quando la Juventus è venuta al Franchi, per la gara di campionato è stato un “signorone”. Stesso discorso Andrea Agnelli o anche John Elkann, col quale ho scambiato delle battute a New York. Con Nedved io non devo parlarci».

Ma si è… pentito? 

«Assolutamente. E perché mai? Io sono uno battagliero, la mia forza, da sempre, è stata proprio quella di non tirarsi indietro di fronte a niente. L’ho imparato da mio padre, che è stato prigioniero per cinque anni in guerra. E anche da mia mamma, venuta meno all’età di 97 anni e fino a 95 indipendente sotto tutti i punti di vista, dal vivere da sola fino alla gestione quotidiana della casa. Aspetto certe scuse».

Si è indignata anche sua moglie Catherine? 

«Mi ha detto queste parole: “Ma che succede?”. Perché quanto accaduto a Torino è stato solo l’ultimo degli episodi. Il fallo che non è costato nemmeno un cartellino giallo a Tachtsidis, ci ha visto dover rinunciare a Ribery per quattro mesi. Quattro mesi, non un giorno. Ed è stato un danno importante per tutti noi. E Chiesa? Contro l’Inter è stato bersagliato, ancora una volta senza sanzioni disciplinari e pure lui ne ha pagato le conseguenze con la sua caviglia. E questi due episodi sono solo parte della punta dell’iceberg».

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