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Conte: “In Italia la mediocrità avvicina tutti: prima vogliamo le eccellenze e poi…”

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Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Antonio Conte ha parlato del suo addio dall'Inter in questi termini

Matteo Pifferi

Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Antonio Conte ha parlato del suo addio dall'Inter in questi termini.

Secondo lei hanno influito le parole del presidente Zhang sulle necessità immediate del club? Alla Gazzetta tra le altre cose ha detto: «Conte è un vincente, ma avevamo idee diverse. Quello che non era fondamentale per lui, lo era per il club. E viceversa».

«Posso solo dire che il mio progetto non è mai cambiato. Però non avrebbe senso parlare ora di queste cose. Non voglio entrare in alcuna polemica o questioni di mercato o altro. Rispetto il presidente Zhang, che ringrazio per avermi scelto, voglio bene all’Inter, alla squadra e ai tifosi, faccio un sincero in bocca al lupo a Simone Inzaghi che è un tecnico bravo, capace, ambizioso, e auguro a tutto il mondo nerazzurro i migliori successi».

All’estero chi vince viene portato in palmo di mano, in Italia tendiamo sempre a trovare il lato oscuro.

«Una vecchia e cattiva abitudine. Le eccellenze prima le vogliamo e dopo un po’ tendiamo a volerle distruggere. Potrei fare tanti esempi anche in ambiti non sportivi ma non voglio allargare il campo. Tutti parlano, giudicano e puntano il dito. Forse perché la mediocrità avvicina tutti. Io invece la combatto e la rifiuto».

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