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CorSera: “Definito l’accordo per Calleri. Bologna in pole per il prestito ma…”

Il Corriere della Sera mette in risalto le differenze di questa prima parte di stagione tra il Milan e l’Inter, chiedndo delle considerazioni a due grandi ex di entrambe: Bergomi e Costacurta. “A seconda della prospettiva, Milano può...

Francesco Parrone

Il Corriere della Sera mette in risalto le differenze di questa prima parte di stagione tra il Milan e l'Inter, chiedndo delle considerazioni a due grandi ex di entrambe: Bergomi e Costacurta"A seconda della prospettiva, Milano può essere una città soffocata dalle polveri sottili o una metropoli all’avanguardia che, dopo l’organizzazione di Expo, può guardare con fiducia al futuro. Oppure più prosaicamente può essere un ambiente dominato dalle tensioni (gli ultrà che contestano, il presidente che non risparmia frecciatine al proprio allenatore) o un luogo dove si ritorna a sognare dopo l’età dell’oro di Mou. «Le premesse per un 2016 di rilancio per l’Inter ci sono tutte» conferma Beppe Bergomi, memoria storica nerazzurra. «Non so se riuscirà a vincere un trofeo ma penso che centrerà l’obiettivo della Champions League, traguardo che il presidente Thohir si era prefissato. Del resto si era sobbarcato l’onere di due campagne acquisti dispendiose pur di tornare in Europa».

Il Milan, dal suo sesto posto, vede per ora con il cannocchiale i quartieri alti della classifica. Il terzo posto, lontano 7 punti, è la meta indicata dalla società a Sinisa Mihajlovic. «Ma questo Milan non ha la qualità e nemmeno la personalità per arrivare nelle prime tre» dice Billy Costacurta, anima degli Invincibili. Ai suoi tempi Sacchi fu difeso dal presidente Berlusconi quando l’eliminazione per opera dell’Espanyol in Coppa Uefa poteva vanificare il progetto. Ora nemmeno l’atmosfera del Natale ha reso meno caustico il numero uno rossonero. «Mah, le battute sono destabilizzanti nel momento in cui le si considerano tali. Mi ricordo che sottola guida tecnica di Ancelotti le frecciate non mancavano ma Carletto aveva la capacità di far credere che i suggerimenti presidenziali erano fondamentali per la crescita della squadra» aggiunge Billy. «Detto questo, l’allenatore è l’ultimo dei responsabili. È possibile che Seedorf, Inzaghi e Sinisa siano tutti degli incapaci?». 

Mancini, al contrario di Sinisa, è più di un tecnico: ha le chiavi in mano dell’Inter. «Se non fosse stato libero Roberto, avrebbero lasciato Mazzarri in panchina. In un top club il lavoro sul campo rappresenta non più del 15% dell’operato di un allenatore» spiega Bergomi. «Non voglio togliere meriti ad Ausilio ma Mancini è al centro delle strategie». La prossima finestra di mercato rappresenterà l’occasione per rendere un po’ più possibili i sogni di inizio stagione. «Secondo me la rosa dell’Inter è completa» asserisce l’ex bandiera nerazzurra. «Non c’è bisogno di un regista basso, piuttosto prenderei una seconda punta che possa svolgere il ruolo di esterno, uno come Karim Bellarabi del Bayer Leverkusen. Credo meno all’affare Lavezzi, ha 30 anni e c’è il rischio di pancia piena». Ieri in realtà l’argentino a Doha con il Psg ha incrociato i nerazzurri. «Parlerò del Pocho con Blanc» ha scherzato il Mancio. «Sono pronto» ha replicato il tecnico dei parigini. Intanto l’Inter ha definito l’accordo con il Boca Juniors sulla base di 15 milioni per l’acquisto di Jonathan Calleri. Il baby attaccante potrebbe essere girato in prestito al Bologna che chiede però anche uno fra Santon e Ranocchia.

Il Milan ha più lacune da colmare. «La rosa è da Europa League» dice senza mezzi termini Costacurta. «Credo che sia urgente per migliorare (ma non basterà per arrivare in Champions) un centrale difensivo,visto che solo Romagnoli è all’altezza. E in estate non si se potrà fare a meno di inserire un centrocampista offensivo o un esterno». Per il momento Galliani pensa a sfoltire: in partenza in prestito Cerci, lo seguono Genoa e Bologna. A rovinare le vacanze all’ad ci ha pensato il Monaco che a una sola presenza dal riscatto obbligatorio di El Shaarawy (per 14 milioni dopo 25 gare) ha comunicato che non rientra nei piani. L’ad minaccia di lasciare il Faraone, pur non utilizzato, nel Principato fino a fine stagione. L’alternativa è cederlo in prestito con obbligo di riscatto (non subordinato alle presenze) ad altre pretendenti: oltre a qualche squadra di Premier lo ha sondato la Juve ma è il Bologna la pista più concreta. 

Gli interisti consultano l’oroscopo, sperando che sia il loro anno. I milanisti sono convinti di avere Saturno contro. Costacurta dichiara con distacco. «Non soffro però osservo che la Juve è l’unica società di respiro internazionale mentre l’Inter sta correggendo gli errori commessi dopo il triplete aprendosi a nuovi interpreti che hanno conoscenze globali. Il Milan prenda esempio dai cugini. Di positivo vedo il progetto di giovani e italiani che giudico interessante». Milàn non è sempre un gran Milàn".