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CorSera – Icardi-Kondogbia, gioventù appassita. Sotto accusa la manovra perché…

Insieme dovevano comporre la linea verde della nuova Inter targata Roberto Mancini, e invece Kondogbia e Icardi stanno attraversando un avvio di stagione abbastanza complesso. L’edizione odierna del Corriere della Sera non usa mezze misure e...

Alessandro De Felice

Insieme dovevano comporre la linea verde della nuova Inter targata Roberto Mancini, e invece Kondogbia e Icardi stanno attraversando un avvio di stagione abbastanza complesso. L'edizione odierna del Corriere della Sera non usa mezze misure e analizza così il momento dei due calciatori: 

"Mancini li protegge, non li scusa. Icardi-Kondogbia doveva essere la linea verde dell’Inter, linfa vitale di una formazione da svezzare. Oggi è più una gioventù appassita. Il bomber inceppato e il titano piegato, doppio flop d’inizio stagione. Il tecnico nerazzurro non esclude la panchina per il capitano, «ci può stare qualche volta». Kondogbia l’ha assaggiata contro la Juventus, è tornato a Palermo senza progredire. «Gli serve tempo, più tempo». L’allenatore ripete il mantra, «però centrocampo e attacco sono spesso scollegati».

NON C'E' INTESA - "Questo è il limite dell’Inter, orfana di successi dal 23 settembre, e con il mal di gol: appena 3 nelle ultime quattro partite, solo 9 in campionato, uno a partita in media. Una miseria vista così, eppure l’Inter è seconda, aspettando il bomber. Dov’è Icardi? Missing, senza action. Il capocannoniere della passata stagione ha siglato un gol decisivo a Verona con il Chievo, un altro superfluo contro la Fiorentina. «Ma li ha sempre fatti e li farà anche quest’anno», tenta di convincersi Mancini. Lui deve crederci, però la panchina per l’attaccante è un’opzione. Magari non già domani a Bologna. L’intesa con Joveticè faticosa come l’accoppiamento tra panda, il montenegrino non ha trovato la via giusta per giocare con lui che non è una punta alla Gilardino, giusto per restare all’ultimo impietoso confronto con un centravanti di movimento, sacrificio e sostanza".

MANOVRA DIFETTOSA - "Da pastore avvezzo a difendere le sue pecorelle dai lupi, Mancini continua a predicare fiducia, ma non c’è bisogno di interpretarlo quando tenta di scuotere l’uomo più atteso dal popolo: «Sono i suoi gol che devono farci fare il salto di qualità e trasformarci in una squadra da scudetto». Mancano all’Inter le reti di Icardi, l’anno scorso a segno cinque volte dopo i nove turni d’avvio. L’argentino, condizionato dall’infortunio di inizio stagione, è estraneo al gioco della squadra. Una manovra parca di verticalizzazioni e cross, costruita più sui muscoli dei centrocampisti e sulle invenzioni di Jovetic. Icardi è un caso, perché chi a maggio scorso ha chiuso la stagione timbrando 22 volte il cartellino, rischia di passare per un assenteista dopo un quarto di campionato speso a guardare giocare gli altri. A Palermo, per la quinta volta su otto presenze, non è riuscito a produrre neppure un tiro nello specchio".

NON C'É TEMPO - "I numeri sono spesso una foto fredda, qui più un’istantanea nera di un giocatore non sviluppato, come Kondogbia. Il francese, a 22 anni come il suo capitano, è duro e acerbo, un frutto ancora indietro. I 30 milioni e più spesi per strapparlo al Milan non hanno prodotto interessi. «Monsieur Geoffrey» da mezzala non ha funzionato, da centrale a Palermo è durato un’ora. Serve tempo sì, in Italia non ce n’è mai"