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CorSera – In dodici giorni l’Inter si gioca tutto. Si continua a pagare per errori…

La «manita» italiana uscita dai sedicesimi di finale di Europa League (26 febbraio) si era trasformata in un poker potenziale, dopo il sorteggio degli ottavi di finale (27 febbraio). E adesso, concluso il primo atto, il rischio è di vedere...

Francesco Parrone

La «manita» italiana uscita dai sedicesimi di finale di Europa League (26 febbraio) si era trasformata in un poker potenziale, dopo il sorteggio degli ottavi di finale (27 febbraio). E adesso, concluso il primo atto, il rischio è di vedere ridotto il contingente italiano a un tandem (ritorno il 19 marzo): Napoli e, al momento, per via del risultato dell’andata (1-1) più Roma che Fiorentina, anche se i quarti di Coppa Italia direbbero il contrario. 

Non è più semplice nemmeno il compito che aspetta l’Inter. Alla Volkswagen Arena si è impegnata al massimo per complicarsi la vita e ha centrato l’obiettivo, con una serie di errori difficili da eguagliare. Non solo Carrizo, ma anche Vidic, Juan Jesus e poi a salire Guarin, che ha consegnato tutti i palloni agli avversari e Icardi, che dopo l’assist per il gol di Palacio ha spento la luce. Proprio la qualità degli errori degli interisti induce al pessimismo per il ritorno. Vincere 2-0 a San Siro non sarebbe impresa impossibile, se non fosse che i nerazzurri non riescono a finire una partita senza prendere gol. Il paziente (una volta non era così) Mancini, criticato per la scelta di Carrizo (decisa da tempo) e la sostituzione di Hernanes con Vidic, ha cercato di assolvere tutti, puntando sulla necessità di tenere unito il gruppo, perché se per il Torino i quarti di Europa League sono un traguardo affascinante, in una stagione già ricca di soddisfazioni, per l’Inter è una questione di sopravvivenza. In dodici giorni i nerazzurri si giocano la stagione: fra il Cesena (domani), il ritorno con il Wolfsburg (19 marzo) e la Sampdoria a Genova (domenica 22 marzo) è in palio l’Europa.

Da inseguire attraverso il campionato (ma occorre battere Mihajlovic) o continuando a fare strada in coppa. La difficoltà è che l’Inter continua a pagare errori tecnici individuali e per un allenatore è anche difficile intervenire, perché non è più questione di proteggere la difesa o di aiutare l’attacco con una maggiore spinta offensiva. Sbagli ripetuti, che arrivano a rotazione: ad esempio, Ranocchia, criticatissimo in passato, in Germania non ha sbagliato nulla, ma ha trovato chi lo ha sostituito e senza risparmiarsi. Resta il fatto che il Wolfsburg ha dimostrato di non essere una squadra insuperabile se viene attaccata e trova davanti a sé un avversario che non le fa trovare continuità di ritmo e di gioco. Ma quanto può durare l’Inter in una gara senza rete e senza appello?