Grande calcio in una serata di fine estate sul prato rifatto di San Siro. Inter-Juve non finiva in parità dal 3 ottobre 2010 (0-0); tre anni dopo, il derby d’Italia, senza vincitori, ha offerto uno spettacolo magnifico ai 79.343 spettatori, che hanno riempito lo stadio come ai vecchi tempi, offrendo un esempio globale di civiltà, rovinato soltanto da alcuni cori contro Pogba da parte dei soliti noti. Al gol di Mauro Icardi (il quarto segnato ai bianconeri dall’attaccante nel 2013, dopo i tre con la Sampdoria), ha risposto nello spazio di 180”, festeggiamenti compresi, Arturo Vidal, terza rete in campionato, dopo la doppietta alla Lazio.
ultimora
CorSera – Inter-Juve Show! Derby d’Italia dallo spettacolo magnifico…
Grande calcio in una serata di fine estate sul prato rifatto di San Siro. Inter–Juve non finiva in parità dal 3 ottobre 2010 (0-0); tre anni dopo, il derby d’Italia, senza vincitori, ha offerto uno spettacolo magnifico ai...
Nel primo tempo la partita, che è stata subito una battaglia dura, ma leale, si è sviluppata sul filo di un equilibrio sottilissimo, con le palle-gol di Nagatomo (paratissima di Buffon, bravo anche su Taider poco prima dell’intervallo) e di Pogba (Handanovic reattivo). Squadre corte, l’Inter raccolta in 39 metri, la Juve in 37; l’Inter, legata in partenza, ma sempre aggressiva sul portatore di palla bianconero; la Juve in cerca dello scambio veloce con il quale entrare in area e colpire, soprattutto con Tevez-Vucinic.
È stato nella ripresa che la partita è decollata, perché l’Inter, rinfrancata da quanto aveva combinato nella prima partedi gara, ha provato a sfidare i campioni d’Italia in campo aperto e a vincere la partita, accettando i rischi di una sconfitta. Usciti indenni dalle occasioni capitate a Vidal e Tevez, i nerazzurri hanno cominciato a guadagnare campo, con i bianconeri che sono apparsi per un momento stanchi e con Pirlo che si trovava chiuso in una gabbia di tre uomini.Mazzarri ha colto l’attimo, ha osato e ha operato un cambio coraggioso: fuori Taider, dentro Icardi. La mossa haprodotto il vantaggio interista, quando Alvarez, quello che deve essere il cugino (vero) del giocatore visto nel primo biennio, ha rubato il pallone a Chiellini e l’ha regalato al n. 9, che non ha sbagliato la conclusione, con un tiro violento da attaccante di razza. La prospettiva di essere in vantaggio sulla Juve, fra le feste di San Siro e gli abbracci in campo,ha prodotto un leggero calo di concentrazione.
I bianconeri, che non mollano mai, hanno subito approfittato della situazione, anche per rimediare all’ira di Conte in panchina, irritato per come era nato il gol avversario: Jonathan ha concesso la giocata sulla corsia esterna ad Asamoah,Alvarez ha sbagliato il movimento in area, Vidal ha pennellato il pallone, piazzandolo nell’angolo. La Juve ha capito cheavrebbe potuto vincere la partita: Tevez ci ha provato da fuori area (a lato di centimetri); Vidal ha avuto sulla testail pallone dell’1-2, ma ha trovato le mani di Handanovic (43’, male Isla sulla ribattuta). La Juve ha perso il primatoin classifica (Napoli a punteggio pieno), che era suo dal 7 aprile 2012, il sabato del sorpasso al Milan, ma ha confermatodi essere una squadra al momento (quasi) imbattibile, per come gioca a memoria, per come sa leggere la partitanel suo progressivo svilupparsi, per la voglia di arrivare in alto, per la qualità dei suoi interpreti. La sorpresa è venutadall’Inter: non solo o non tanto perché non ha perso contro i più bravi, ma perché per tutta la gara, ha dimostratodi essere una squadra vera, dove tutti si sacrificano e tutti sanno che cosa devono fare. Mazzarri, nella sua opera di rigenerazione globale del gruppo, sta bruciando le tappe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA