Oltre la crisi c’è il baratro e l’Inter sta facendo del suo meglio per buttare via la stagione e imboccare la strada di un altro fallimento. Non si intravedono spiragli di schiarite nel lungo inverno nerazzurro e il misero punto raccattato contro la Spal allarga a 9 la funerea striscia di partite senza vittorie, mettendo nel conto anche le due pessime uscite di Coppa Italia. Da novembre 2004 non si vedeva un’infilata di 4 pareggi, ma la storia di oggi ha sinistre somiglianze con quella di sei mesi fa, quando in panchina c’era Pioli che per 8 giornate consecutive non trovò il successo e poi rimediò l’esonero.
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CorSera – Inter, l’involuzione è palese. Spalletti non è riuscito a dare un gioco e…
Pari con la Spal, duro Spalletti: "Timidi e banali". Ma Lazio e Roma perdono
Non c’era né qualità né carattere nell’Inter di allora e le stesse mancanze affiorano oggi, in una formazione rimasta squadra fino allo 0-0 in casa della Juve e poi svaporata. «Siamo timidi, molli e banali. Il risultato mette in discussione tutto, anche l’autostima. Ci sono alti e bassi all’interno del match, manca qualcosa a livello di collettivo», è l’analisi scorata di Spalletti dopo una partita giocata per una manciata di minuti a inizio ripresa e poi cestinata con nonchalance, quasi fosse ineluttabile accettare di non vincere. Secondo il Corriere della Seral’involuzione nerazzurra è palese, la neopromossa Spal ha zittito i nerazzurri con ordine, corsa e piccoli accorgimenti tattici. Il problema però non sono gli altri, ma l’Inter mai capace di abbozzare una manovra, solo di scarabocchiare schemi e di far toccare a Icardi il primo pallone dopo 40 minuti. Spalletti ha sempre avuto il merito di dare un gioco alle sue squadre, non a questa.
Il centrocampo è un porto delle nebbie, dove tutto appare appannato dalla lentezza di pensiero e gambe di Borja Valero, da un Vecino sopravvalutato, da un Brozovic impalpabile. E non si capisce perché a Rafinha siano stati concessi solo 3 minuti all’esordio. La Spal ha tenuto l’equilibrio con facilità. Ha chiuso le fasce, archiviando subito gli irriconoscibili Perisic e Candreva, sostituito a fine primo tempo. A inizio ripresa l’Inter si è ritrovata in vantaggio senza neanche tirare in porta, ma grazie a un cross di Cancelo trasformato in autorete da Vicari con una svirgolata. Lì la Spal si è aperta, i nerazzurri potevano chiudere il match: hanno invece sciupato il raddoppio e poi sono andati in sonno. La Spal ci ha creduto, fino a trovare l’imbucata giusta con il colpo di testa di Paloschi e un pari sacrosanto. A Spalletti manca qualità, un uomo a centrocampo capace di saltare l’uomo, un altro di corsa per dare dinamismo a un gruppo reattivo come un bradipo.
L’Inter è ormai un libro aperto facile da leggere, ed è senza vittorie da due mesi: difendere così il posto Championsdiventa uno sforzo titanico anche se, paradossalmente, le sconfitte di Lazio e Roma ieri hanno migliorato la classifica nerazzurra. La proprietà cinese pare però non preoccuparsene, più attenta a vincere lo scudetto del Financial fair play che a soccorrere con acquisti mirati chi ha ripreso a correre verso il disastro.
(Fonte: Guido De Caroli, Corriere della Sera 29/1/18)
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