O l’Inter cambia oppure Moratti cambierà l’Inter. Le parole pronunciate dal presidente a metà giornata hanno il sapore di un ultimatum. Domenica sera, Branca si era riconfermato ai microfoni di Sky. Alla domanda «sarà al 100% l’Inter di Stramaccioni e di Branca quella dell’anno prossimo?», il d.t. aveva risposto: «Assolutamente, poi queste cose le decide sempre il nostro presidente, ma per quanto ne so io, questo sarà».
ultimora
CorSera – Moratti ha perso la pazienza. Acquisti inadeguati, e preparazione…
O l’Inter cambia oppure Moratti cambierà l’Inter. Le parole pronunciate dal presidente a metà giornata hanno il sapore di un ultimatum. Domenica sera, Branca si era riconfermato ai microfoni di Sky. Alla domanda «sarà al 100%...
La partita con il Bologna ha coinciso con la nona sconfitta in 28 partite ed è arrivata la risposta di Moratti: «Branca ha detto che deciderà il presidente e sono della stessa idea, quindi decido io. Si ragiona per vedere che cosa succede ogni giorno.Per conto mio, mi va bene se tutto rimane così, ma con risultati diversi». È tutta l’Inter (dirigenti, staff tecnico e medico, giocatori) a essere stata messa in discussione da Moratti, che questa volta non ha fatto sconti a nessuno, nel breve vertice di domenicasera, con aggiornamenti in un lunedì tempestoso.
Così le parole presidenziali hanno il sapore di un preavviso di congedo per d.t. e allenatore, fin qui difesi ben oltre il difendibile. Dopo aver spinto per Benitez al posto di Mourinho nel 2010, Branca, nelle ultime due stagioni, ha smantellato la squadra, partendo da Gasperini e proponendo un cambio generazionale che tale non è stato e che si è rivelato fallimentare e costoso.
Moratti ha sì potuto tagliare il monte ingaggi, ma ha speso molto per acquisti super valutati (Pereira, Silvestre, l’operazione Schelotto, con la cessione di Livaja) o inadeguati (Kuzmanovic). C’è poi la questione tecnica. A proposito della partita con ilBologna, Moratti è stato lapidario: «C’è stato una specie di collasso, specialmente nel primo tempo. Per noi è una grossa delusione; c’è anche arrabbiatura, ma poi bisogna anche essere freddi nel valutare la cosa e cercare di ricostruire il morale».
Il presidente ha notato una serie infinita di contraddizioni (a parte la posizione di Benassi): vista la condizione fisica di alcuni uomini, si sta chiedendo come si lavori ad Appiano. A parte gli infortuni traumatici di Mudingayi e Milito, tutti i problemi muscolari di questi mesi non sono il segnale di un lavoro fatto in profondità; molti giocatori risultano sovrappeso; altri continuano a non essere in condizione (Kuzmanovic in panchina con il Bologna, dopo aver saltato il Tottenham); la squadra corre poco e male (cfr. i movimenti di Schelotto); arriva sempre in ritardo sulle prime e seconde palle.
L’esperimento delle vacanze lunghe, per festeggiare al di là dell’oceano anche il Capodanno, sta riproducendo i disastrosi risultati della gestione-Ranieri nel periodo fine gennaio-fine marzo 2012. E non è bello continuare a sbagliare la formazione di partenza. Ha detto Moratti: «Forse i giocatori scendono in campo con timore; forse è una questione psicologica o di preparazione della gara. Poi le cose si riaggiustano, ma domenica è stato buttato via un tempo e questo è grave».
La conclusione è che di fronte a un simile sfascio e a promesse che non hanno riscontri nella realtà (il terzo posto), Stramaccioni potrebbe anche non finire la stagione sulla panchina dell’Inter, ma non è questo l’obiettivo del presidente. Peròalmeno con la Samp (dopo il Tottenham), qualcosa di diverso si dovrà vedere.
Lo sa anche Stramaccioni che ha parlato ieri sera: «Capisco l’arrabbiatura del presidente, che è anche la mia e la nostra. Dobbiamo recuperare qualche giocatore e la sicurezza che avevamo in campo. La testa può contare più delle gambe. Nienteè perduto: mancano dieci partite e dobbiamo credere al terzo posto, che è lontano quattro punti. Ai nostri tifosi, che ce l’hanno con noi e hanno ragione, non posso chiedere niente. Fin qui ci hanno dato tanto, è venuto il momento di dare qualcosa noi a loro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA