L’Inter non gode di buona salute e allora si è mobilitato tutto il vertice nerazzurro, per vedere se è possibile trovare la terapia giusta per guarire il malato. Ad Appiano si sono presentati il presidente onorario (Massimo Moratti, non succedeva dal 30 novembre) e il vicepresidente (Angelomario Moratti); da Giacarta, sono arrivate le parole di Erick Thohir, che, attraverso il canale tematico nerazzurro, ha risposto alle domande del direttore, Roberto Scarpini.
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CorSera – Si mobilita tutto in vertice dell’Inter per trovare la cura. Thohir ha spiegato…
L’Inter non gode di buona salute e allora si è mobilitato tutto il vertice nerazzurro, per vedere se è possibile trovare la terapia giusta per guarire il malato. Ad Appiano si sono presentati il presidente onorario (Massimo Moratti, non...
La presenza sul campo di Moratti senior (con cappotto alla Piero Chiara e grandi sorrisi) e junior, che hanno pranzato con Mazzarri e la squadra, ha voluto dare un segnale preciso a tutto il gruppo: non esiste un vuoto di potere; il testimone è passato da uno staffettista a un altro, ma non è mai caduto per terra e dunque la corsa continua; l’idea di far bene è una necessità istituzionale, così come quella di avere sempre e comunque obiettivi importanti e, come aveva raccontato il 15 novembre, bisogna sempre pensare che «domani c’è un’altra partita e questo vale tantissimo».
L’intervento di Thohir è servito a spiegare che il futuro non sarà splendente come il passato, perché le priorità sono altre (bilancio) e perché il nuovo presidente non è attraversato dalla passione per la vittoria che aveva animato gli anni morattiani («lui voleva vincere ieri», ha detto una volta Stankovic). Così Thohir: «Sono presidente da 60 giorni e non sono Superman. È impossibile cambiare tutto in così poco tempo. Abbiamo tre obiettivi: risanare il club; accompagnare la squadra in questa fase di transizione; aprirci al mercato internazionale. Lavorando insieme, come una squadra, i risultati arriveranno, ma non in 60 giorni».
Thohir ha voluto chiarire che il punto fermo di questa Inter è l’allenatore: «Sono d’accordo con Mazzarri quando parla di un periodo di transizione. Lui è l’allenatore perfetto per questa Inter. È al primo anno e io sono arrivato a novembre. Non è una scusa, ma abbiamo bisogno di tempo per lavorare insieme al meglio. Nel bene e nel male, supporterò l’allenatore perché è importante fidarsi l’uno dell’altro; Mazzari piace ai tifosi e piace pure a me, anche per come fa giocare la squadra. Dobbiamo ricominciare a vincere, ma serve tempo: ho molta fiducia nell’allenatore».
Le attese intorno al mercato sono alte, ma non sembrano scalfire la concretezza di Thohir, che tornerà a Milano il 25 gennaio: «Credo veramente che questa squadra abbia buone prospettive, ma dobbiamo trovare il giusto equilibrio. In certi ruoli abbiamo molti giocatori, in altri abbiamo bisogno di qualcuno. Per comprare nuovi giocatori, bisogna fare attenzione perché questa finestra di mercato è breve e la stagione è a metà. Anche il mister vuole che i calciatori in arrivo siano già pronti per giocare nell’Inter. Ne stiamo osservando alcuni; le trattative sono in corso, proveremo fortemente ad arrivare a loro, ma non siamo interessati a giocatori che non sarebbero necessari per il futuro dell’Inter. Il progetto per ricostruire la squadra ha bisogno di 2-3 anni; questo resta un periodo di transizione per avere la miglior Inter nei prossimi anni». Per ora serve l’Inter che domani batta il Chievo. Poi si vedrà.
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