ultimora

CorSera – Siena terra di grandi conquiste. Kovacic infiamma l’ambiente…

Ricorre oggi il terzo mese senza vittorie dell’Inter in trasferta. Ultima volta: 3 novembre 2012, 3-1 in rimonta a Torino con la Juve. Poi, in ordine temporale, le sconfitte in casa di Atalanta, Parma, Lazio e Udinese più il pareggio...

Francesco Parrone

Ricorre oggi il terzo mese senza vittorie dell’Inter in trasferta. Ultima volta: 3 novembre 2012, 3-1 in rimonta a Torino con la Juve. Poi, in ordine temporale, le sconfitte in casa di AtalantaParma, Lazio e Udinese più il pareggio dell’Olimpico con la Roma. La ricorrenza viene celebrata in questa prima domenica di febbraio a Siena, sul campo dove i nerazzurri hanno conquistato lo scudetto 2007, con cinque giornate di anticipo (22 aprile, 2-1) e quello del 2010 all’ultima (16 maggio, seconda tappa verso il triplete,1-0, dopo la Coppa Italia, sempre Milito).

Di quella squadra, i presenti oggi sotto la chiesa di San Domenico sono rimasti in due: l’inossidabile Javier Zanetti (titolare allora, come oggi) e Chivu (entrato al posto di Sneijder al 30’ della ripresa) e oggi precettato, dopo l’infortunio con il Torino, per carenza di personale in difesa. Julio CesarMaicon, Thiago MottaSneijder, Eto’o, Balotelli e Pandev sono stati ceduti; Materazzi ha smesso di giocare, anche se obtorto collo; Samuel è infortunato e lontano dal rientro; Milito e Stankovic sono in recupero e sembrano sempre sul punto di tornare, ma soltanto fino al venerdì; Cambiasso ha accusato una distorsione alla caviglia e non è stato nemmeno convocato. Nel frattempo si è stirato Obi, a conferma di una fragilità muscolare chemeriterebbe un approfondimento scientifico a tutto campo per capire come risolvere il problema, ammesso che possa essere risolto. E non sta bene nemmeno Guarin, che molto ha speso in questo primo mese del 2013, costretto a fare quasi tutto da solo e che è pieno di acciacchi. 

Mentre per qualcuno, carico di trofei, è tempo di pensare alla quiescenza, oggi può nascere un’altra storia, in casa del Siena, che sarà anche ultimo in classifica (sette sconfitte nelle ultime otto partite), a sei punti dalla quart’ultima, ma che l’Inter non può permettersi di sottovalutare, visto che soffre con tutti gli avversari che incontra. E che il 23 settembre è stata sconfitta dal Siena San Siro (0-2), in una partita che ha rappresentato comunque una svolta.

Salvo colpi di scena, dei tre nuovi arrivati nell’ultima settimana del mercato, uno (Ezequiel Schelotto) parte titolare; il secondo, arrivato dallo Stoccarda (Zdravko Kuzmanovic), ha buone possibilità di giocare dall’inizio, visto l’alto numero di infortuni;il terzo, che poi è il più atteso (Mateo Kovacic), dovrebbe partire in panchina. Stramaccioni, per una volta silente su tutto, è fortemente tentato dall’idea di mandare subito in campo il croato: per vedere il suo allenamento è salito ad Appiano anche Moratti e la curiosità generale è così elevata, che parla delle qualità del croato anche chi non l’ha mai visto giocare, nemmeno in tv. Siccome Kovacic viene giudicato in forma, entusiasta e felice della sua nuova collocazione, ma ha appena 18 anni ed è arrivato tre giorni fa dalla Dinamo Zagabria, alla fine potrebbe prevalere nel tecnico l’idea di scegliere la prudenza ed è per questo che potrebbe/dovrebbe entrare a partita in corso.

Però l’acquisto di Kovacic ha rotto la malinconia e poi l’irritazione che sembravano aver conquistato i tifosi interisti (i fischi alla fine della partita con il Torino), perché ha riacceso la speranza di un futuro di rigenerazione, aperto ai giovani e ha dato consistenza all’idea che questa squadra e questa società abbiano ancora un futuro, al di là degli obblighi legati al fair play finanziario imposto dall’Uefa e alla necessità di dare solidità al bilancio del club. Tredici punti nelle undici partite successive al successo sulla Juve (solo tre vittorie), sono un bilancio da squadra in lotta per salvarsi e non per arrivare in zona Champions League. Anche per questo l’Inter ha deciso di procedere a tre innesti in mezzo al campo e da oggi si capirà se la società e il tecnico hanno azzeccato le scelte.