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CorSera – Strama e il futuro quasi certo, in attesa di Leo spuntano…

Conferma certa, certissima, anzi probabile. I numeri della stagione interista sono così negativi (34 punti di distacco dalla Juve, Europa vietata dopo 14 anni) e la fiducia di Moratti in Stramaccioni sembra così assoluta (come più volte...

Francesco Parrone

Conferma certa, certissima, anzi probabile. I numeri della stagione interista sono così negativi (34 punti di distacco dalla Juve, Europa vietata dopo 14 anni) e la fiducia di Moratti in Stramaccioni sembra così assoluta (come più volte ribadito in questi mesi/giorni), che qualche dubbio comincia a serpeggiare. Deve avere qualche sospetto al riguardo anche l’allenatore, se ieri, vigilia di diffusa mestizia della partita con il Genoa, ha detto: «Quello che conta è l’Inter, non la mia conferma. Venerdì abbiamo avuto una chiacchierata io e il presidente come ne abbiamo fatte tante altre quest’anno. Abbiamo analizzato quello che non è andato bene e i punti fermi per il prossimo anno. Mandare all’aria quel che si è progettato sarebbe l’errore più grave e sono sicuro che il presidente non abbia questo in testa. Ma sa anche che se decidesse di mandarmi via io gli dirò: grazie lo stesso. È stato lui che mi ha dato la possibilità di lavorare in serie A».

È stato un anno orribile per una serie di infortuni senza precedenti, ma resta sempre da capire se siano la causa o la conseguenza di un lavoro inadeguato: «Nessuno ha mai attribuito tutto alla sfortuna; ho detto che ci sono stati episodi che capitano in percentuale molto bassa e che a noi sono accaduti spesso. Non mi stancherò mai di ripetere che al completo abbiamo fatto il record di successi consecutivi in trasferta e che eravamo secondi in classifica».

Alcune situazioni avrebbero potuto essere gestite meglio (Atalanta, CagliariParma e Genoa), anche prima della sosta di fine anno, che è stata il prologo al disastro, così come i dirigenti non sono stati in grado di sostenere un allenatore all’esordio in A. E questo è il vero punto centrale della storia, al punto che venerdì si è parlato di qualcuno che faccia quanto faceva Oriali fino al2010. E in attesa di capire che cosa farà Leonardo, girano i nomi di Toldo e Djorkaeff. Si può cambiare allenatore, ma è il mododi operare della società che deve essere più efficace e più in linea con il momento attuale del club, dove sono precipitati i ricavi ed è necessario muoversi con intelligenza e competenza sul mercato.

Stramaccioni guarda avanti: «L’anno prossimo avremo una forte identità tattica, molte critiche sono arrivate per questo motivo, ma io ho fatto giocare per dodici anni le mie squadre sempre allo stesso modo e se non mi sono ripetuto è perché ho pensato che con gli uomini a disposizione si potesse giocare in un altro. Servono innesti di prima fascia, ma come numero meno di quanto si pensi. La base è buona». 

In tema con il trend dell’ultimo trimestre, anche oggi in casa del Genoa, al quale mancano due punti per la salvezza aritmetica, va in campo una squadra con una valanga di assenti. Possibile in difesa (Chivu k.o., Juan Jesus e Pereira squalificati, Ranocchia con un ginocchio a pezzi, torna Nagatomo) la coppia centrale targata Primavera, con Pasa-Spendlhofer. In compenso Cassano riparte dalla panchina