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CorSera – Strama motiva la squadra, arriva una Juve avvelenata…

Persino Fredy Guarin si è accorto che oggi si gioca Inter–Juve. Prima ha perso in Venezuela con la Colombia (qualificazioni Mondiali), poi ha perso l’aereo. Si è presentato ad Appiano ieri a fine mattinata, quando la rifinitura...

Francesco Parrone

Persino Fredy Guarin si è accorto che oggi si gioca Inter-Juve. Prima ha perso in Venezuela con la Colombia (qualificazioni Mondiali), poi ha perso l’aereo. Si è presentato ad Appiano ieri a fine mattinata, quando la rifinitura era già conclusa e si è allenato da solo.

Questo è uno dei tanti contrattempi ai quali ha dovuto far fronte Andrea Stramaccioni, in questa complicatissima vigilia («si vede che abbiamo la nuvoletta nera...»). L’Inter non gioca dal 14 marzo, il giovedì del 4-1 al Tottenham. Rinviata la gara con la Sampdoria, è iniziata la diaspora dei sudamericani nel mondo. Gargano e Pereira hanno avuto un problema di aereo, in rientro dal Cile, però sono arrivati in tempo per la rifinitura; l’unico davvero puntuale è stato Rodrigo Palacio, reduce dal pareggio con l’Argentina in Bolivia (1-1), ma passare dai 3.640 metri di La Paz ai 121 di San Siro non è uno scherzo: «L’ho visto un po’ frullato, ma dovrà fare gli straordinari».

Non è uno scherzo nemmeno affrontare la Juve, ancora avvelenata dall’1-3 dell’andata a Torino, la fine dell’imbattibilità incampionato (49 partite). L’Inter, quella vera, si è fermata a quel 3 novembre, in una serata che sembrava annunciare un campionato da grande. La differenza è nei numeri: 37 punti per i bianconeri, 20 per i nerazzurri, distacco da -1 a -18.

Stramaccioni ha cercato di essere ottimista, anche se non è chiaro se può ancora correre per il terzo posto (lo dicono tutti,ma la concorrenza è fortissima) e chi è davvero pronto (24 convocati, ma in tanti non stanno bene, grande dubbio intorno alle condizioni di Samuel). Il tecnico ha appena ricevuto una nuova spinta da Moratti, deciso ad andare avanti con lui: «Ringrazio il presidente per le sue parole e spero che usi sempre gli aggettivi giusti, perché come ne sbaglia uno, vengo travolto da 100 nomi di nuovi allenatori. Ma se Moratti oggi o fra tre anni deciderà di non proseguire la sua avventura con me sulla panchina dell’Inter, gli dirò sempre e comunque grazie. È normale che si parli di Mourinho, un esempio e un punto di arrivo per un allenatore giovane. In questo senso non esiste la competizione, lui è lui. So quale è la verità dal presidente e quando viene fatto quel nomesono tranquillo. Mi dispiace soltanto che magari si tira fuori quel nome in un momento di difficoltà della squadra per illudere, uso un termine così forte, i tifosi. Creare certe aspettative lascia l’amaro in bocca».

Per motivare il gruppo, Stramaccioni ha provato a usare latecnica di chi sa di essere menoforte: «La Juve ha messo in difficoltàtutti quelli che hanno provato a giocare la partita alla pari.Il risultato sarà importantissimo, ma il tipo di gara che giocheremolo è anche di più. Nonè una partita come le altre, dobbiamo dimostrare di essere all’altezzadei primi, con una prova quasi perfetta anche in fasedi non possesso della palla. Infin dei conti nella partita singolasiamo stati capaci di batterechiunque, la Juve, il Napoli, il Tottenham... Gli addetti ai lavori non ci danno fiducia e se lo fanno è quasi per simpatia. Ci danno così sfavoriti, che...».Era così anche all’andata, ma quella era un’altra Inter.