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Costacurta: “Mancini? Credo intenda dimettersi. Italia non al top fisicamente, Barella…”

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Intervistato dal Corriere della Sera, Alessandro Costacurta ha commentato così a freddo l'eliminazione dell'Italia con la Macedonia

Matteo Pifferi

Intervistato dal Corriere della Sera, Alessandro Costacurta ha commentato così a freddo l'eliminazione dell'Italia con la Macedonia.

«Sento parlare di sistema da rifondare, ma io ci andrei cauto a mettere tutto il lavoro di Mancini e Gravina in discussione. La delusione è grande, non lo nascondo. Un conto è essere eliminati dal Portogallo, un altro è essere sconfitti in casa dalla Macedonia. È umiliante e inaccettabile».

Le pecche maggiori evidenziate nella gara di giovedì?

«Io mi ero innamorato di questa squadra per il gioco che aveva espresso in passato, agli Europei e a tratti anche a Palermo. Aveva iniziato bene la partita, anche se da subito si era notato che giocatori, prima determinanti, con la Macedonia non erano in forma. Gli avversari non hanno mai creato pericoli, però. Quindi ero convinto che prima o poi un gol lo avremmo segnato. Intanto le lancette scorrevano e temevo di giocarmi il passaggio del turno ai rigori. Impensabile che finisse così».

Mancini a caldo ha addebitato la sconfitta alla sfortuna. Concorda?

«Ma no, assolutamente. La verità che è quegli elementi che avrebbero dovuto garantirci il salto di qualità sono venuti a mancare per questioni di scarsa forma. Ci ricordiamo che giocatore era Insigne e in quale condizione è ora? Barella è stanco, Immobile e Jorginho non sono al top. Forse Mancini che li conosce e li valuta in allenamento avrebbe dovuto leggere meglio certe situazioni».

Ha la sensazione che dopo il trionfo europeo la squadra abbia staccato la spina, smarrendo l’antico furore?

«Di certo ai fini della qualificazione hanno pesato i pareggi con Bulgaria e Svizzera. E comunque il black out di ieri non è isolato: se si considerano le ultime dieci partite dell’Italia, solo due sono state vinte nei tempi regolamentari, con la Lituania e il Belgio. Detto questo, contro i macedoni sono stati effettuati 32 tiri in porta ma solo uno veramente pericoloso. Il centrocampo soprattutto ci è venuto a mancare».

Bilancio sulla gestione Mancini: lei propende per la sua permanenza o dopo uno choc del genere suggerisce un avvicendamento in panchina?

«Ho visto le immagini della sua conferenza stampa nel corso della quale ha giustificato i giocatori e il presidente federale assumendosi ogni colpa. Conoscendolo credo che si senta responsabile e intenda dimettersi. Probabilmente avrebbe voluto farlo subito a gara conclusa, ma io mi auguro che gli facciano cambiare idea. Sento circolare nomi di giovani come suoi successori ma con tutto il rispetto penso che occorrano tecnici con maggiore esperienza».

Anche l’operato di Gabriele Gravina è sotto la lente di ingrandimento, specie dei suoi detrattori.

«Sono perfettamente consapevole che in passato in circostanze analoghe il presidente federale sia stato costretto alle dimissioni. Ma rispetto a quattro anni fa l’ambiente e il clima sono completamente diversi, abbiamo appena vinto un Europeo, non dimentichiamolo».

Il presidente federale nel post partita ha sollevato il problema riguardante lo scarso numero di giovani italiani impiegati nella Primavera. Il serbatoio è vuoto?

«Penso che ci siano ragazzi di talento per costruire la Nazionale del futuro. Non mi sembra di assistere a una crisi di vocazione dei giovani. E poi scusi il Psg nelle giovanili ha solo francesi? Il Manchester City ha solo inglesi? Non mi pare. Le basi per ripartire ci sono: Chiesa, Raspadori, Tonali sono il nostro avvenire».

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