Il marchio di Antonio Conte è chiaro e netto e si vede già dopo la prima uscita ufficiale dell'Inter. Il tecnico sa entrare nella testa dei calciatori, sa farsi dare il massimo e il risultato è quasi sempre vincente. Ecco l'analisi di Maurizio Crosetti su Repubblica:
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Crosetti: “Ogni dettaglio per Conte è un’ossessione. Bacia Ranocchia e sbuca un principe”
L'analisi del giornalista su Repubblica del metodo Conte e della presa sui giocatori del tecnico
"Prendete Antonio Candreva, un valido ma un po’ appassito trentaduenne interista che pareva aver dato tutto quello che aveva da dare. Con Spalletti non segnava più un gol neanche a morire, era quasi il ricordo del sé stesso laziale. Invece arriva Conte e lui si mette a sgobbare come un apprendista, si tira a lucido, perde qualche chilo ed eccolo fresco come una rosa alla prima di campionato: e segna pure un formidabile gol.
Antonio Conte sa plagiare, sa entrare nella mente e nel cuore dei giocatori, li fa sentire più grandi di quello che sono, cioè grandi come vorrebbero essere: è questo il senso di una possibilità, è questo il potere. Il vero potere è poter essere. Antonio bacia Ranocchia e sbuca un principe. Lo aveva già a Bari, lo costruì con perizia e anche adesso che questo bravo stopper gioca un po’ per caso non è un caso che possa essere importante.
Il suo modo di lavorare è specialissimo. Non fermatevi alla scorza, alla grinta. Lo studio vero è il gioco e tutto quello che occorre per costruirlo, le infinite ore in sala-video con i calciatori. Non c’è dettaglio che per quest’uomo non diventi ossessione. Il campione azzurro che darebbe un rene per lui sostiene che la sua stessa presenza valga almeno 10 punti in più a campionato, ed è la ragione per cui gli juventini temono il nuovo allenatore interista e non gli perdonano di essersi infilato proprio quella maglia, tra tutte quelle che c’erano al mondo. La maglia nemica. Si può odiare amando moltissimo".
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