ultimora

De Carli (IlGiornale): “San Siro terra di conquista, passa anche il Siena…”

Questa mattina Claudio De Carli de Il Giornale fa il punto sulla pesante sconfitta dei nerazzurri ad opera del Siena di Serse Cosmi: ‘Ha ragione Andrea Stramaccioni, San Siro non è diventato uno stadio maledetto, è solo questione di...

Francesco Parrone

Questa mattina Claudio De Carli de Il Giornale fa il punto sulla pesante sconfitta dei nerazzurri ad opera del Siena di Serse Cosmi: 'Ha ragione Andrea Stramaccioni, San Siro non è diventato uno stadio maledetto, è solo questione di numeri. E i numeri dicono 11 gol presi e 5 fatti, due pareggi e tre sconfitte. Si potrebbe partire dal solido terreno dei numeri,senza cozzare contro il progetto che c’è dietro a una squadra con diversi nuovi acquisti, ieri cinque dal primo minuto,e un allenatore alle prime armi, quindi più difendibile di uno scafato marpione delle panchine. Il calcio però è questo, neppure il Siena era quello della stagione scorsa e in panchina ha un tecnico nuovo. Ha giocato da Siena, non è vero che dietro era schierato a tre ma aveva costantemente cinque difensori in linea,senza vergognarsene,con due guastatori pochi metri schierati davanti alla difesa, più Rosina a fare il trequartista in fascia e due punte mobili, non due fuoriclasse, ma generose e reattive. L’Inter davanti a tanta semplicità è riuscita a complicarsi novanta minuti filati senza interruzione e in questo, con tutto il rispetto, siamo al record. Diciamo le cose in modo più chiaro: l’Inter ieri non ci ha capito niente e quello che preoccupa maggiormente la dirigenza, è che non si trovava davanti a una squadra di livello, cosìcome le era già successo con Hajduk, Vaslui e Rubin Kazan. Ad un certo punto c’erano in campo contemporaneamente Milito, Cassano, Sneijder, Alvarez e Coutinho, una massa confusa che si sommava ai dieci senesi che difendevano nella loro trequarti. L’Inter le ha provate tutte, è partita con i triangoli stretti, ma non è mai riuscita a entrare in area, allora ha provato con il tiro dalla distanza ma ha preso poche volte la porta. A metà primo tempo il Siena ha preso addirittura inmanola partita, si muoveva meglio, dietro respingevano come un marciapiede ogni attacco, in mezzo Vergassola e D’Agostino lavoravano per quattro e quando Rosina prendeva il pallone cominciava a tagliare il campo in orizzontale portandosi dietro mezza Inter. Comunque questi sono giudizi, la cronaca segnala la prima palla gol della partita ed è delSiena, fuga di Del Grosso sulla sinistra,centro,Calaiò si tuffa ma nonci arriva di un niente. Era il16’. Dieci minuti dopo centro dalla sinistra della difesa dell’Inter, bucano Milito, Calaiò e Handanovic, la palla finisce sui piedi di Ranocchia che istintivamente fa un gesto fortunato e la palla,a mezzo metro dalla riga di porta, si alza sulla traversa. Si è visto di peggio? Sì, la ripresa. L’Inter è rientrata con gli stessi, in fondo nessuno aveva demeritato al punto da pagare per tutti e le palle gol c’erano state.Un colpo di testa di Cambiasso alzato sulla traversa, un destro di Sneijder messo in angolo,impatto mancato da Milito a porta vuota,una girata di Cassano nell’area piccola messa in angolo da un Pegolo in versione miracolato. E la ripresa era iniziata allo stesso modo, sventola di Sneijder deviata in angolo, Milito in area piccola che colpisce di testa e manda fuori di mezzo palmo, tutti che più passa il tempo vogliono fare gol. Invece lo fa il Siena, l’Inter preme sbilanciata, Vergassola chiude un triangolo magistrale e trafigg e Handanovic. È il trionfo della semplicità del calcio che si ripete a tre minuti dal fischio finale, Sestu fila sulla destra e lascia indietro Alvaro Pereira, centra e Valiani segna di testa il 2-0. C’era Nagatomo solo in area, situazione che si era già verificata due volte e il giapponese era sempre riuscito a rimediare deviando di testa,ma sembrava evidente che il rischio c’era stato e bisognava impedire si perpetuasse nuovamente.E poco prima che Sneijder zittisse il pubblico che fischiava molto composto e giustamente deluso, ancora Calaiò di testa aveva costretto Handanovic al tuffo. Tre sarebbero stati una picconata, ma due ci stanno tutti'.