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De Laurentiis: “Var? Challenge doverosa. Chiedere i danni per errori? Perché no?”

Le parole del presidente del Napoli

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha commentato così la scelta della Figc di optare per la chiamata delle squadre per l'utilizzo del Var: «È una misura doverosa, forse addirittura tardiva. Per me possono bastare due fiches, una per tempo, spendibili dagli allenatori. I quali hanno diritto di chiedere la verifica dei casi più dubbi e anche di recarsi davanti al monitor insieme con l’arbitro e pretendere una spiegazione della decisione presa. È un diritto sacrosanto».

E invece gli arbitri dimostrano di voler fare a meno del Var tutte le volte che possono. 

«Ho sempre sostenuto che è inconcepibile un sistema di assistenza in forma intermittente e facoltativa. Utilizzarlo deve essere un obbligo. Se l’arbitro, per incapacità o per altezzosità, non lo adopera, si macchia di un delitto sportivo, perché compromette un risultato calcistico. Ma il calcio non è solo un gioco. È anche un’industria che produce risultati economici molto significativi per l’intera filiera dello sport».

Vuol dire che il danno è più grave? 

«Faccia lei. L’arbitro dovrebbe essere il simbolo dell’equidistanza, dell’efficienza e della credibilità. Se si rifiuta di impiegare un mezzo che gli consente di raggiungerle fa un torto anzitutto a se stesso. Poi fa un danno sportivo e, di conseguenza, un danno economico che può essere rilevantissimo».

Vorrebbe chiedere i danni agli arbitri che sbagliano? 

«Perché no? Il principio “chi sbaglia paga” assiste tutti i processi democratici in cui ci si confronta. E il calcio non fa specie. Se un giudice sbaglia nell’emettere una sentenza, può essere chiamato a risarcire i danni cagionati. L’arbitro non dovrebbe sottostare alle stesse regole? Il Napoli quest’anno si è visto negare moltissimi rigori. Non lo dico solo io, ma lo riconoscono anche tutti i media. Se questi torti a catena sviluppassero un danno di duecento milioni, chi li ripagherebbe?»

Presidente, ma il calcio è una giurisdizione domestica. Quale tribunale potrebbe riconoscere la risarcibilità dell’errore arbitrale? 

«È ora di finirla con questi falsi miti della giurisdizione domestica. Credo che ci sia materia per avvocati di livello. E il diritto talvolta apre brecce inedite. Mai dire mai. Come pure, che accadrebbe se cinque, sei, sette società, offese da torti arbitrali gravi, dovessero decidere di fermare il campionato? Forse sarebbe il modo traumatico, ma efficace per spezzare questo pressappochisimo e questa superficialità».

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