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De Ponti (CorSera): “Ha ragione Strama! Niente mobbing su Wes. Le parti…”

Il giornalista Roberto De Ponti del Corriere della Sera, ne ‘Il Commento‘ fa una personale analisi sul caso Wesley Sneijder. “La premessa è ovvia: esiste un accordo sottoscritto da entrambe le parti, da una società e da un...

Francesco Parrone

Il giornalista Roberto De Ponti del Corriere della Sera, ne 'Il Commento' fa una personale analisi sul caso Wesley Sneijder.

"La premessa è ovvia: esiste un accordo sottoscritto da entrambe le parti, da una società e da un giocatore, e nessuno ha obbligato nessuno a firmarlo tenendo una pistola sulla scrivania. Pacta sunt servanda, gli accordi vanno rispettati, sostenevano i romani (molto prima dell’avvento di Pallotta). Detto questo, non esiste mondo come quello del calcio dove i contratti firmati valgono carta straccia, e se la possibilità di romperli è nelle mani di giocatori (e dei loro procuratori), allora non ci si deve scandalizzare se anche i club si arrogano lo stesso diritto. L’Inter ha scelto una lodevole politica di contenimento dei costi, ed è lecito da parte sua chiedere a Sneijder di spalmare su un anno in più il proprio contratto; e se rispondere è cortesia, forse l’olandese avrebbe dovuto presentarsi prima in sede, per esporre le proprie ragioni. È vero, nell’anno magico del triplete era stato protagonista, recordman di assist in Champions League; è vero anche che da due anni gioca a singhiozzo e che certo non ha fornito prestazioni (almeno quantitativamente) all’altezza degli emolumenti regolarmente percepiti ogni 27 del mese. (Pare) vero anche che Sneijder ultimamente non conduca un vita cosiddetta da sportivo. Ed è pure vero infine che se la sua attuale esclusione dalle convocazioni è motivata come «scelta tecnica», l’unica scelta tecnica plausibile è quella di liberarsi del giocatore (e del suo oneroso contratto, con congruo adeguamento dopo la vittoria in Champions) al più presto.

Su una cosa però ha ragione il tecnico (laureato in giurisprudenza) Andrea Stramaccioni: non parliamo di mobbing, per cortesia. Per 6 milioni di euro l’anno anche il sottoscritto vorrebbe essere «vessato» come lo è il numero 10 nerazzurro. Una cosa pare acclarata: l’Inter non sembra aver più bisogno di Sneijder e Sneijder non sembra aver più bisogno dell’Inter. E allora, con buon senso e venendosi incontro, le due parti si accordino per una soluzione dignitosa, senza che volino gli stracci: il calcio europeo recupererebbe un giocatore di talento che a 28 anni può ancora dare molto (e che, è evidente, il club nerazzurro considera una fastidiosa e costosissima appendice), l’Inter continuerebbe nella sua opera di taglio delle spese e di rinnovamento tecnico. Se invece si vuole il braccio di ferro, si vada pure avanti. Ma chi insiste, alla lunga ne pagherà le conseguenze".