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Delneri ricorda la sua Atalanta: “Battemmo il Milan e l’Inter di Mourinho”

UDINE, ITALY - MAY 21:  Head coach  of Udinese Luigi Del Neri looks on during the Serie A match between Udinese Calcio and UC Sampdoria at Stadio Friuli on May 21, 2017 in Udine, Italy.  (Photo by Dino Panato/Getty Images)

Le parole dell'ex allenatore dei bergamaschi in un momento particolare per la squadra e la città lombarda

Daniele Vitiello

Luigi Delneri rivolge il suo pensiero alla città di Bergamo e ai tifosi dell'Atalanta. L'ex allenatore nerazzurro lo ha fatto in un momento molto particolare a causa dell'espandersi del coronavirus soprattutto in queste zone.

Delneri, che effetto le fa vedere Bergamo in ginocchio?

«C’è tanto dispiacere. Sono molto legato alla città e ai suoi abitanti perché ai tempi in cui allenavo mi hannofatto sentire a casa, vivevo in centro e tuttimi volevano bene.Ho tanti amici lì e mi sento ancora con Giuli (la proprietaria di “Da Giuliana”, storica trattoria, ndr) oltre che con Alessandro Ruggeri, il (figlio del compianto presidente)».

Una seconda famiglia…

«Sì, famiglia allargata. Conosco bene il patron Percassi e tutti i dirigenti: con Maurizio Costanzi (responsabile settore giovanile ndr) ho lavorato ai tempi della mia prima esperienza al Chievo, mentre il dg Umberto Marino l’ho conosciuto alla Samp. Sono dei professionisti che hanno permesso a Gasperini di esprimere le proprie idee, il resto l’ha fatto l’entusiasmo dei tifosi. Deve sapere che a Bergamo non è l’Atalanta che chiama i tifosi, ma è la città che va all’Atalanta».

Anche la sua Dea ha fatto divertire.

«Abbiamo vissuto due buone annate e ci siamo tolti tante soddisfazioni battendo due volte il Milan nella prima stagione (2-1 in casa e in trasferta ndr) e trionfando 3-1 sull’Inter di Mourinho nel 2009. Avevamo grandi giocatori, Valdés, Ferreira Pinto, Floccari, Langella e sopra tutti spiccava per qualità e personalità Doni, leader di quella squadra, paragonabile oggi al “Papu”. Peccato che all’epoca la dirigenza mirava alla salvezza ma se avessi avuto l’opportunità di puntare più in alto sarei rimasto. Oggi la Dea è diventata grande ed aver raggiunto i quarti di Champions è motivo di orgoglio».

I tifosi non hanno potuto festeggiare ma è stato un barlume di luce in un momento difficile.

«La doppia vittoria sul Valencia agli ottavi rappresenta la forza e la tenacia di tutto il popolo bergamasco capace di tirare fuori gli attributi anche nei momenti più difficili. Oggi tutti fanno il tifo per Bergamo».

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