Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro, vicedirettore del quotidiano, ha analizzato così il successo dell'Inter in Supercoppa contro la Juventus: "All’ultimo respiro. All’ultimo secondo. All’ultimo assalto. Al 121’. Non c’è stato il tempo neanche di rimettere il pallone al centro del campo. L’Inter gode quando forse non ci credeva più: il guizzo di Sanchez ha fatto esplodere San Siro. La Juve crolla quando invece pensava che la missione di arrivare ai rigori fosse compiuta: l’errore di Alex Sandro è stato imperdonabile. Il modo in cui è arrivato il gol decisivo è stato rocambolesco, ma alla fine ha vinto meritatamente la squadra che ha fatto di più la partita, ha cercato di più il gol e quindi il successo, ha creato più gioco anche se non sempre è riuscita a tradurlo in occasioni pericolose.
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Di Caro: “Inter, dalla Juve passaggio di consegne. Il ciclo è cominciato davvero”
L'analisi del giornalista: "L’Inter gode quando forse non ci credeva più: il guizzo di Sanchez ha fatto esplodere San Siro"
L’Inter ha dovuto sudare parecchio per portarsi a casa la Supercoppa, il primo trofeo stagionale. La Juventus ha fatto ciò che ha potuto e aveva preparato, visti i tanti assenti per infortunio e squalifiche, e ha avuto il merito di portare la sfida ai supplementari contro una squadra oggi più forte di lei, difendendosi con ordine e provando a ripartire. La partita non è stata entusiasmante perdendo intensità e velocità di esecuzione col passare dei minuti.
Una volta ai supplementari, complice la stanchezza, l’equilibrio è aumentato. Il risultato di misura alla fine ci sta, ma non inganni troppo: l’atteggiamento in campo è stato differente. L’Inter ha fatto il possibile per giocare, attaccare e vincere attraverso una manovra corale e un baricentro alto, pur calando nell’ultima parte. La Juve invece ha impostato la gara per murare gli avversari, contenerli con un baricentro più basso e densità di uomini nella propria metà campo, cercando il colpaccio attraverso qualche break veloce.
Ciclo aperto
Una sorta di vero passaggio di consegne. Incredibile come i ruoli si siano capovolti nel giro di meno di due anni. La pazza Inter i cui risultati erano perennemente in bilico, che entrava e usciva dalle partite, che peccava di continuità, mentalità, carattere è oggi una squadra sicura di sè, concentrata, convinta della propria forza. Va ricordato chi è stato il principale artefice di questo cambiamento: Antonio Conte in due anni ha svolto un lavoro monumentale cambiando pelle e testa all’Inter, dandole cultura del lavoro, mentalità vincente e ferocia.
Ma questo lavoro è stato raccolto in maniera egregia da Simone Inzaghi che, dopo qualche balbettio iniziale, ha avuto il grande merito di lavorare sul solco tracciato adattando il gioco ai nuovi interpreti e aggiungendoci del suo. Creare una squadra vincente è forse il lavoro più arduo, ma continuare a farla vincere non è affatto scontato. Brava anche la dirigenza a scegliere gli uomini giusti per sostituire i big partiti e proseguire il ciclo. Ha festeggiato in campo anche Zhang jr, ogni volta che è a Milano partecipa a una festa: non male... Questa Supercoppa si annuncia come la prima di possibili altre gioie quest’anno", ha concluso.
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