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Di Caro: “Inter, dalla Juve passaggio di consegne. Il ciclo è cominciato davvero”

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L'analisi del giornalista: "L’Inter gode quando forse non ci credeva più: il guizzo di Sanchez ha fatto esplodere San Siro"

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro, vicedirettore del quotidiano, ha analizzato così il successo dell'Inter in Supercoppa contro la Juventus: "All’ultimo respiro. All’ultimo secondo. All’ultimo assalto. Al 121’. Non c’è stato il tempo neanche di rimettere il pallone al centro del campo. L’Inter gode quando forse non ci credeva più: il guizzo di Sanchez ha fatto esplodere San Siro. La Juve crolla quando invece pensava che la missione di arrivare ai rigori fosse compiuta: l’errore di Alex Sandro è stato imperdonabile. Il modo in cui è arrivato il gol decisivo è stato rocambolesco, ma alla fine ha vinto meritatamente la squadra che ha fatto di più la partita, ha cercato di più il gol e quindi il successo, ha creato più gioco anche se non sempre è riuscita a tradurlo in occasioni pericolose.

L’Inter ha dovuto sudare parecchio per portarsi a casa la Supercoppa, il primo trofeo stagionale. La Juventus ha fatto ciò che ha potuto e aveva preparato, visti i tanti assenti per infortunio e squalifiche, e ha avuto il merito di portare la sfida ai supplementari contro una squadra oggi più forte di lei, difendendosi con ordine e provando a ripartire. La partita non è stata entusiasmante perdendo intensità e velocità di esecuzione col passare dei minuti.

Di Caro: “Inter, dalla Juve passaggio di consegne. Il ciclo è cominciato davvero”- immagine 2

Una volta ai supplementari, complice la stanchezza, l’equilibrio è aumentato. Il risultato di misura alla fine ci sta, ma non inganni troppo: l’atteggiamento in campo è stato differente. L’Inter ha fatto il possibile per giocare, attaccare e vincere attraverso una manovra corale e un baricentro alto, pur calando nell’ultima parte. La Juve invece ha impostato la gara per murare gli avversari, contenerli con un baricentro più basso e densità di uomini nella propria metà campo, cercando il colpaccio attraverso qualche break veloce.

Ciclo aperto

Una sorta di vero passaggio di consegne. Incredibile come i ruoli si siano capovolti nel giro di meno di due anni. La pazza Inter i cui risultati erano perennemente in bilico, che entrava e usciva dalle partite, che peccava di continuità, mentalità, carattere è oggi una squadra sicura di sè, concentrata, convinta della propria forza. Va ricordato chi è stato il principale artefice di questo cambiamento: Antonio Conte in due anni ha svolto un lavoro monumentale cambiando pelle e testa all’Inter, dandole cultura del lavoro, mentalità vincente e ferocia.

Ma questo lavoro è stato raccolto in maniera egregia da Simone Inzaghi che, dopo qualche balbettio iniziale, ha avuto il grande merito di lavorare sul solco tracciato adattando il gioco ai nuovi interpreti e aggiungendoci del suo. Creare una squadra vincente è forse il lavoro più arduo, ma continuare a farla vincere non è affatto scontato. Brava anche la dirigenza a scegliere gli uomini giusti per sostituire i big partiti e proseguire il ciclo. Ha festeggiato in campo anche Zhang jr, ogni volta che è a Milano partecipa a una festa: non male... Questa Supercoppa si annuncia come la prima di possibili altre gioie quest’anno", ha concluso.

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