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Gianfelice Facchetti: “Contento per Lukaku, fa comodo all’Inter. Su Dybala e Skriniar…”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Gianfelice Facchetti ha detto la sua sul ritorno di Romelu Lukaku all'Inter

Andrea Della Sala

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Gianfelice Facchetti ha detto la sua sul ritorno di Romelu Lukaku all'Inter:

«I miei figli, un maschio e una femmina di 12 e 10 anni, avevano una grande simpatia per Lukaku e avevano appesa in camera una cartolina di Romelu di spalle, maglia numero 9 dell’Inter. Non è mai stata rimossa, è rimasta lì, come se Lukaku non fosse mai andato via. E forse nel loro immaginario è andata così. Quando gli ho detto che stava tornando all’Inter, erano felicissimi».

E lei è felice?

«Sono contento: al di là dei dettagli e le sfumature di come se n’era andato, anche dal punto di vista comunicativo. Ma se la mettiamo su un discorso tecnico, credo che all’Inter faccia comodo il ritorno di un centravanti così. Quest’anno la stagione è stata positiva, con qualche gol in più “alla Lukaku” poteva essere... perfetta».

In cosa si è sentita di più la sua assenza?

«Con Inzaghi, l’Inter produce gioco e fa tanti gol. Ma per arrivare a segnare tanto, doveva produrre tantissime occasioni e non sempre questa cosa era possibile. Banalmente, penso anche a delle sfumature: i rigori sbagliati con l’Atalanta o nel derby di andata, alla lunga, hanno pesato sulla classifica. Quando c’era Lukaku non c’erano dubbi né su chi tirava il rigore né sul come sarebbe finita. Era scientifico: rigore, lo tira Lukaku, è gol».

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La Curva ha provato a frenare l’entusiasmo. Da uno che ha festeggiato lo scudetto in strada con i tifosi, non ci si aspettava quel tradimento.

«Il comunicato non era contro Romelu, ma in quel messaggio il tema centrale era che non verrà mai meno il sostegno per l’Inter. Lukaku aveva un popolo che lo seguiva e lui sembrava totalmente calato in questa realtà. L’immagine di lui in macchina che gira tra i tifosi in festa era il simbolo di un rapporto speciale».

Crede arriverà pure Dybala?

«Non so, ma mi fido di Marotta e Ausilio, che oggi sono la fortuna dell’Inter. Presumo che se ci sarà occasione di migliorare la rosa, lo faranno. Nel rispetto dei conti».

Ecco, i conti. Per questo Skriniar è vicino all’addio.

«Il migliore dell’ultima stagione, come rendimento e leadership. Già dal suo arrivo ha dimostrato attaccamento all’Inter, cambiando pure procuratore pur di trovare un accordo col club. Oggi il sentimento popolare si tocca con mano e dopo tutte le reazioni di pancia iniziali come “Skriniar non si tocca”, ora il tifoso dell’Inter ha cambiato strategia: non ne vuole parlare, spera che il silenzio aiuti a tenerlo. Lui è un potenziale capitano, una figura alla quale anche io sono molto affezionato: ha qualcosa, anche nel modo di stare in campo e nella struttura fisica, che mi è molto familiare… Parole sempre giuste, educato, corretto. Perdere uno così dispiacerebbe parecchio, quindi non ne parliamo...».

 

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