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Femminile, De La Fuente: “Inter nel cuore, onorato di averla portata dove merita. Sogno di…”

Il tecnico dell'Inter femminile ha commentato così la promozione in A della squadra

Matteo Pifferi

L'edizione odierna di Tuttosport riporta un'intervista concessa da Sebastian De La Fuente, allenatore dell'Inter Femminile che, nel weekend, ha festeggiato la promozione in Serie A:

«È stata una sensazione unica. Riuscire a raggiungere questo traguardo, tenendo sempre la concentrazione alta partita dopo partita, arrivarci a 5 giornate dalla fine dopo aver fatto 17 vittorie su 17 match, è il coronamento del nostro sogno».

Come ha festeggiato?

«Dopo la partita c’è stato un rinfresco, mentre quando sono arrivato a casa dalla famiglia ero emotivamente molto stanco, quindi sono andato a letto presto. È stata una giornata indimenticabile».

Immaginava di poter ottenere la promozione con così tanto anticipo?

«No, per niente. Noi abbiamo sempre pensato partita dopo partita, perché essendoci per la prima volta una Serie B nazionale dovevamo incontrare squadre che non conoscevamo. Per noi era un campionato nuovo, era difficile capire dove ci saremmo potuti collocare, pur sapendo di avere un bel potenziale e delle ragazze di valore».

Come si vincono 17 partite su 17, c’è un segreto?

«In alcuni match è stato difficile mantenere la concentrazione, specie quando si vedeva la differenza di valori in campo. Ma in questo si è vista l’umiltà e la capacità di mettersi a disposizione del gruppo. Ogni partita è stata affrontata col piglio giusto e vinta, e non è facile. Ma non esiste un segreto: bisogna solo lavorare».

Ha paura di un eventuale calo di tensione per le ultime partite?

«Sappiamo che le prossime sono quelle più difficili. Ma vogliamo vincere domenica perché vogliamo assicurarci il primo posto matematico, ci teniamo anche a quello. Poi se riuscissimo a vincerle tutte sarebbe una cosa unica».

In questa cavalcata, c’è stata una partita della svolta?

«La penultima d’andata, in trasferta a Ravenna, contro una squadra che era retrocessa solo qualche mese prima. A 10’ dalla fine perdevamo 2-1, alla fine l’abbiamo ribaltata 2-3. Lì ho capito che questa squadra poteva ambire a qualcosa di importante».

È felice anche della crescita a livello personale del suo gruppo?

«Ne sono orgoglioso. Non mi piace fare nomi, ma quello che ha fatto Gloria Marinelli, per esempio, con 20 gol e capocannoniere, è sotto gli occhi di tutti. Il lavoro fatto paga, con lo staff abbiamo investito tanto sulla crescita anche personale delle ragazze».

Ha ricevuto i complimenti della società per la promozione?

«Sì, da parte di tutta la dirigenza. In particolare l’ad Antonello, il responsabile del settore giovanile Samaden, la responsabile del settore femminile Pasqui e il vice presidente Zanetti sono stati i primi, perché presenti alla partita».

Il vice presidente Zanetti è anche suo cognato. Vi è capitato di scambiarvi qualche parere?

«Lui ci è sempre stato molto vicino. Siamo sempre in contatto, è sempre informato, viene a vederci, ha fatto anche un paio di allenamenti con le ragazze. I suoi consigli per loro valgono tanto».

La Juve ha riempito lo Stadium con le ragazze, le piacerebbe magari l’anno prossimo giocare un match a San Siro?

«Il calcio femminile, in generale, è in crescita e anche noi nel nostro piccolo abbiamo sempre avuto una bella cornice, che fa piacere. Giocare al Meazza sarebbe un piacere, ma in generale la società sta lavorando veramente tanto per farci crescere: anche la Primavera, l’Under 17 e l’U15 che stanno facendo una grande stagione».

Lei che in passato ha allenato anche squadre maschili, come si trova a gestire un gruppo di ragazze?

«Non ci sono grandi differenze. C’è un’altra dialettica, ma la cosa che più mi è piaciuta dal primo giorno del femminile, è che ho trovato ragazze che fin dal primo giorno hanno dimostrato voglia di imparare.

Fare questa impresa con l’Inter, per lei, deve essere stata una cosa speciale.

«È una soddisfazione doppia perché questi colori li ho nel cuore da tanto tempo. È un onore aver riportato questa società dove le spettava, un onore doppio e una doppia soddisfazione».

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