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Ferrante: “Che errore andare all’Inter! Con Lippi e Tardelli fu fallimento…”

A 17 anni l’esordio in Serie A col Napoli e poi addirittura la convocazione alle Olimpiadi di Barcellona come unico giocatore della serie B. L’inizio della carriera dell’attaccante Marco Ferrante fu esplosivo. La sua consacrazione avvenne a...

Francesco Parrone

A 17 anni l’esordio in Serie A col Napoli e poi addirittura la convocazione alle Olimpiadi di Barcellona come unico giocatore della serie B. L’inizio della carriera dell’attaccante Marco Ferrante fu esplosivo. La sua consacrazione avvenne a Torino anche se nel suo curriculum ci sono pagine poco entusiasmanti come i sei mesi all’Inter. Ferrante ha voluto parlare ai microfoni di Itasportpress.it del suo passato partendo da Napoli. “Sono cresciuto ai piedi del Vesuvio e mi ritengo di essere stato un calciatore fortunato ma allo stesso tempo sfortunato di essere stato svezzato nel momento in cui a Napoli c’erano tanti campioni. La fortuna di allenarmi con Maradona, Alemao, Carnevale, Careca, Fonseca e Giordano era tanta, ma ero un po’ presuntuoso e credevo di essere bravo quanto loro. La panchina mi stava stretta e questo non mi permise di fare bene dopo. Poi molti mi dipingevano come ragazzo prodigio e mi montai la testa. Col senno del poi fu quello un grave errore. Poi a Torino ho trovato la mia dimensione ed ho fatto bene legandomi molto alla tifoseria granata.

Un altro passo sbagliato fu andare all’Inter a gennaio del 2001. La squadra nerazzurra non navigava in acque tranquille visto che Lippi non era riuscito a mantenere le premesse iniziali e successivamente fu allontanato. Con me in panchina c’era già Tardelli. Fu un anno terribile credo come quello appena concluso in termini di risultati perché quando un club come l’Inter non va in Europa è un fallimento. Perdemmo un derby 6-0, giocammo a Bari per la squalifica di San Siro e in coppa non andò meglio con l’Alaves. Mettete pure il motorino gettato in curva dai tifosi per capire che clima si respirava in quel periodo".