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Florenzi: “Ho rifiutato una grossa offerta dall’Inter, ma ho scelto con il cuore. Lo rifarei”

Il giocatore ha lasciato la Roma ed è andato a Valencia, non sa ancora cosa ne sarà del suo futuro

Eva A. Provenzano

Hanno chiesto ad Alessandro Florenzi perché ha preferito scegliere un club straniero piuttosto che un club italiano. Gli avrebbe permesso magari di restare più vicino al contesto della Nazionale italiana. Il giocatore, che si diceva fosse pure in orbita Inter, ha risposto così:

«Nella mia testa c'è sempre stata l'idea di voler fare un'esperienza all'estero, non sapevo quando, dove e come. E' arrivata questa possibilità a gennaio. Ho parlato con mister Fonseca delle sue idee e abbiamo deciso di prendere questa decisione che faceva secondo me del bene a tutti. Ho chiamato anche Mancini per spiegare questa situazione e lui è stato aperto in questo e mi ha detto che non interessa dove vado a giocare, l'importante è che giochi. Non so ancora se questa è una parentesi. Il coronavirus mi ha insegnato una cosa. Io ero uno che faceva tanti progetti, adesso vivo giorno per giorno e mi godo quello che ho. Mi ha insegnato a capire cosa può darmi ogni giorno e a vivere qui ed ora. Penso a finire qui la stagione, a farlo nel migliore dei modi. Poi penserò alle vacanze se ci saranno, penserò a tutto dopo e l'affronterò senza problema, senza ansia».

-Qual è il miglior Florenzi? 

E' quello che sta in campo quando sta bene, ha la testa libera e gioca felice. E' la prima cosa. Da terzino mi trovo bene. In una squadra che propone calcio li mi ci trovo bene. Se c'è un allenatore che in un determinato ruolo vuole un metro e ottanta che non si alzi e non faccia gioco a quel punto non sono quella tipologia di giocatore. Ma dico in generale non mi riferisco in particolare a qualcuno. Mi trovo bene in un calcio offensivo, le mie qualità si vedono dalla metà campo in su. Sto comunque bene quando sto in campo. 

-Zaniolo? 

Un ragazzo speciale. Quando è arrivato era tranquillissimo ma ha tirato fuori qualità umane oltre che calcistiche. L'ho preso sotto la mia ala, non l'ho mai rimproverato, ho sempre cercato di dirgli la mia se non si allenava al massimo o aveva una partita storta, si faceva giocare le scatole se non giocava. Poi quello che ho passato io non è stato facile. Non è stato facile. Quando ho visto che lui era diventato mio amico, dentro e fuori dal campo, quando ho visto quel movimento, la faccia, faccio fatica a parlarne. Ho fatto quello che ogni amico avrebbe fatto per lui. Non mi sono mai sentito inappropriato ad andare in ospedale o ad andare a casa sua quando si è fatto male. Ci scriviamo ancora. So che è stato lui a boicottare l'Europeo e far arrivare in Italia il coronavirus. Lo dico a tutti ora (ride.ndr) 

-Torni a Roma o resti a fare carriera fuori dalla capitale? 

Non lo so ancora, aspettiamo di finire il prestito a Valencia e poi vedremo. Immagino che nella mia carriera non troverò mai tifosi come quelli giallorossi. Per me sono sempre stati una grande tifoseria e saranno sempre nel mio cuore. 

-E' vero che per amore della Roma avevi rinunciato ad una mega offerta dell'Inter? 

E' una storia che inizia molto tempo prima. Nel senso che non ho rifiutato solo l'Inter ma anche altri club italiani molto importanti. L'ultima che ho rifiutato è stata l'Inter quando dovevo rinnovare con la Roma. Era un'offerta molto importante, ma sentivo di continuare al club giallorosso, pur sapendo che non avrei avuto la stessa ricompensa economica. Le emozioni che ho provato con la Roma non me le può portare via nessuno. E' stata ovviamente una mia scelta, alcuni mi hanno detto di scegliere con la testa e non con il cuore, ma ho scelto con il cuore e lo rifarei. 

-Ci racconti la corsa sfrenata per quel gol, quando sei andato ad abbracciare tua nonna? 

E' un momento che mi tocca particolarmente. Tre giorni fa la nonna ha fatto 91 anni ed era la prima volta che veniva a vedermi. Ho sempre immaginato che vicino a lei c'erano due persone, il marito e l'altra nonna a cui ero legata. Mi emoziono a parlare di loro. Tutti sanno cosa possono dare i nonni ai nipoti. E' venuto tutto molto spontaneo. Le ho detto: "Dai nonna vieni, faccio gol e ti vengo ad abbracciare". Ma non avevo immaginato di far gol veramente, è stato tutto molto istintivo, io sono così. I giornalisti però hanno sbagliato, sono stati mesi di inferno per lei, chiamate a casa, al citofono, andavano a cercarla sotto casa. Ve lo giuro, le avete passare l'inferno. Era un fatto eccezionale, lo so. Ma aveva 85 anni, non è stato facile per lei quel post partita. 

-Continuato il rapporto con Mancini? 

Ci siamo sentiti  quando dovevo venire a Valencia, poi ho sentito i collaboratori. Aspettavo di andare in Nazionale ma al momento non so se questa è la priorità calcistica. 

-De Rossi sarà un grande allenatore? 

Secondo me diventerà un allenatore fortissimo. Ha qualità calcistiche e umane, ha personalità, ha dialettica, sa parlare al gruppo in diverse lingue. Sa di tattica e calcisticamente parlando è un po' tutto oltre ad un centrocampista. E lui mi diceva sempre: "Ti piace giocare con uno in più eh? Uno in difesa e uno in mezzo"... E' la sua intelligenza calcistica ad averlo reso il giocatore che è stato, può diventare un grande allenatore. 

(Fonte: SS24)

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