Alberto Forchielli, managing partner del Fondo Mandarin, il primo fondo di private equity ad aver ottenuto capitale in gestione dal governo cinese, spiega il perché del mancato closing del Milan, intervistato dall'Agi: "I cinesi sono tenaci e non muoiono mai: la partita è ancora aperta”, dice Forchielli, il quale non ha mai creduto nella possibilità che i cinesi avessero i soldi per arrivare al closing e da tempo mette in luce segnali di scarsa affidabilità da parte degli investitori.
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Forchielli: “Milan, SES non ha mai avuto i soldi. Se Fininvest accetta proroga è al brevo”
Alberto Forchielli, managing partner del Fondo Mandarin, ha detto la sua sul closing del Milan, sempre più in dubbio
“Se Fininvest accetta la proroga, vuol proprio dire che è al “brevo” (in dialetto bolognese: che ha bisogno di soldi, ndr). E poi lasciare il Milan nelle mani di questi compratori, mi sembra una chiusura indecorosa a 30 anni di successo”.
"Da quanto mi risulta, SES non è mai riuscito a raccogliere i capitali in Cina, e ho quindi sempre ritenuto difficile che potesse farlo attraverso conti offshore", dice Forchielli. Il quale non ha mai creduto nel closing. La spiegazione è semplice: "Da quando il governo di Pechino ha imposto le misure restrittive sulla fuoriuscita di capitali, nel novembre scorso, i cinesi che hanno soldi all'estero li usano come riserva preziosa, e cercano di non spenderli". Di certo non per investire in un club calcistico straniero. E così da un closing sicuro "alimentato da una stampa poco professionale e da agenzie con il chiaro mandato di rendere più forte la posizione negoziale di SES, si è passati all'ipotesi di vendita rateale del Milan, poi di grandi sconti e di debiti non passati, per giungere nel giro di qualche ora a uno scenario di closing inesistente", spiega il manager.
(Agi)
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