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FPF, non si scappa: l’Inter dovrà rispettarlo. In queste ore…

Una delle domande più frequenti, dopo il passaggio di proprietà, in casa Inter, è se resteranno i paletti del fair play finanziario.

Riccardo Fusato

Una delle domande più frequenti, dopo il passaggio di proprietà, in casa Inter, è se resteranno i paletti del fair play finanziario. Ebbene, malgrado l’ingresso di un nuovo azionista di maggioranza, l’accordo sottoscritto nel maggio 2015 a Nyon con l’Uefa resterebbe vincolante almeno sino alla prossima estate. Quindi l’Inter dovrà comunque chiudere il bilancio della stagione in corso (il 30 giugno) con un passivo non superiore a 30 milioni di euro, produrre plusvalenze estive da 50 milioni (anche per le rate da pagare per Brozovic, Eder, Jovetic e Miranda), affrontare il mercato con il motto «tanto acquisti, tanto vendi» e limitare la rosa per la prossima Europa League a 21 elementi (anziché i consueti 25). E come fare allora per il mercato? Innanzitutto continuando a cercare giocatori a costo zero. Dopo Erkin e Banega, dovrebbe arrivare Vilhena. Ci sono strade tortuose poi. Come quella che porta allo sfruttamento del marchio della società (in questo caso Suning) per «pagare» i giocatori con sponsorizzazioni che alleggerirebbero il bilancio. In questo caso specifico esiste anche un canale sportivo aperto e diretto. Il Jiangsu ha la stessa proprietà dell’Inter adesso. E allora si potrebbe prestare un paio di stelle come Ramires e Alex Teixeira? La Uefa non vedrebbe di buon occhio il passaggio, anche se formalmente si tratterebbe di un prestito seppure tra lo stesso padrone. In queste ore gli uffici legali nerazzurri stanno verificando ogni margine di manovra.

(Gazzetta dello Sport)

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