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Gagliardini, un anno fa in giocava in Serie B, stasera guarderà negli occhi San Siro

La parabola del nuovo acquisto dell'Inter, dalla Serie B all'Inter in un anno

Gianni Pampinella

Il nuovo acquisto nerazzurro Roberto Gagliardini, potrebbe esordire con il Chievo complice la squalifica di Marcelo Brozovic. Dalle pagine di Repubblica, il racconto dell'ultimo anno di Gagliardini, tra Serie B e il debutto in Serie A con l'Atalanta, fino al suo passaggio all'Inter: "Soltanto dodici mesi fa, sembra incredibile a pensarci, il giovane uomo che stasera guarderà negli occhi San Siro, con addosso una maglia da titolare dell’Inter e sulle spalle il numero 5, si accingeva a ben altre occupazioni, diciamo di un profilo più basso. Di lì a poco sarebbe andato in panchina in un Vicenza-Modena di serie B, in cui avrebbe giocato solo gli ultimi 4 minuti. Due settimane dopo sarebbe rientrato dal prestito alla casa madre, l’Atalanta, e avrebbe trascorso il girone di ritorno in panchina o in tribuna, con esordio in serie A solo all’ultima contro il Genoa, e da trequartista, che neppure è il suo ruolo. In meno di tre mesi Gagliardini diventa leader del centrocampo dell’Atalanta dei miracoli, a novembre Ventura lo convoca in nazionale in sostituzione dell’infortunato Marchisio, e a dicembre l’Inter fa follie per averlo: lo paga 30 milioni bonus compresi, il che per un ragazzo che ha giocato da titolare 8 partite in A è una scommessa non da poco e stasera Pioli lo lancia contro il Chievo al posto dello squalificato Brozovic. Se non è un sogno questo, raccontatecene uno migliore. Gagliardini è il classico bravo ragazzo di provincia, famiglia sana e abitudini sane, timidezze e rossori, la fidanzata a misura sua e la vita regolata col goniometro sull’asse Dalmine-Zingonia-Bergamo. Ora ecco le farfalle nello stomaco all’idea di giocare nella grande Inter e le preoccupazioni della mamma per quel figliolo che se ne va nella metropoli, e chissà cosa farà e chi frequenterà, e speriamo che non gli diano una macchina troppo potente, che mica la sa guidare. Di sicuro dovrà manovrare il centrocampo dell’Inter, e orchestrarne il gioco e i ripiegamenti che qui sono sempre un grosso problema, dunque comportarsi da leader, perché San Siro è assai esigente".

(La Repubblica)

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