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Gamba (Repubblica): “Juve non più imbattibile, Stadium non più inviolabile…”

Ancora da La Repubblica, leggiamo la bella analisi del giornalista Emanuele Gamba che mette in risalto i punti che hanno permesso all’Inter di battere nella loro ‘tana’ i bianconeri: “Il triplete dell’Inter –...

Francesco Parrone

Ancora da La Repubblica, leggiamo la bella analisi del giornalista Emanuele Gamba che mette in risalto i punti che hanno permesso all'Inter di battere nella loro 'tana' i bianconeri: "Il triplete dell’Inter - Milito, Milito, Palacio - ha fermato la corsa della Juventus verso la storia, e ne ha rallentato quella verso lo scudetto. Lo Stadium non è più inviolabile, i bianconeri non più imbattibili: questa può essere una svolta, perché l’Inter ha vinto per la nona volta consecutiva con una pienezza e un merito persino stupefacenti, malgrado la partita avesse preso un indirizzo più o meno simile a quello di Catania, dopo neanche 18 secondi, quando Vidal, anticipando Nagatomo, ha schiaffato nella porta vuota il cross rasoterra di Asamoah. Però il ghanese era in macroscopico fuorigioco, il guardalinee non se n’è accorto e tutto è stato diverso da come Stramaccioni l’aveva immaginato, o forse no e magari è stato meglio così, perché l’Inter ha avuto subito bisogno del coraggio che l’allenatore le aveva dato scegliendo il tridente e che ha dovuto esibire per forza, per necessità, guadagnandosi la rimonta minuto dopo minuto. E l’indirizzo è cambiato. Man mano, l’Inter ha preso coscienza di sé, di una superiorità che forse non s’aspettava, della possibilità di sbriciolare i record juventini e, soprattutto, di minacciarli in classifica. La doppietta di Milito ha sciolto i veleni che si stavano incrostando attorno al gol di Vidal ma anche alla mancata espulsione di Lichtsteiner, che avrebbe meritato il secondo giallo al 34’ per un fallaccio su Palacio. Tagliavento ha arbitrato malissimo, in equilibrio sul filo della compensazione, anche se è stato corretto il rigore del pareggio interista perché Marchisio ha trattenuto Milito. La vera bellezza della partita è stata la sua capacità di elevarsi sopra le catastrofi arbitrali, di non lasciarsene contagiare e questo è in stragrande parte merito dell’Inter e del suo allenatore, che ha studiato la gara nei dettagli e con quella meticolosità ha sorpreso la Juventus, troppo uguale a se stessa per capire che la serata le si stava girando contro. Stramaccioni è un italianista moderno che in ogni sfida mette un’idea. Ha inchiodato la Juve impedendole di cominciare la manovra: i tre attaccanti pressavano i tre difensori, Cambiasso schermava Pirlo, Juan Jesus saliva a braccare Vidal. Ai bianconeri è rimasto il contropiede, non il gioco che preferiscono, difatti Vucinic e Giovinco non hanno saputo capirlo, mentre Handanovic (su Marchisio e Vidal nel primo tempo, Bonucci e Pirlo nel secondo) ha salvato quando era al caso. L’Inter ha rimontato con pazienza e fiducia. Ha fatto girare palla, anche a questo la Juve non era preparata. Ha sbattuto a lungo sul muro della difesa juventina, l’unico reparto che ha funzionato. E dopo il pareggio ha avuto la partita che tatticamente voleva. L’ingresso di Guarin è stato fondamentale, ha provocato con i suoi strappi a centrocampo il secondo (palla rubata a Vidal, fuga, respinta di Buffon, tap in di Milito) e il terzo gol, lanciando Nagatomo che poi ha imbeccato Palacio. Della Juve ha stupito la sfiducia dopo l’1-2, come se non fosse preparata al pensiero della sconfitta. In effetti, da un anno e mezzo non ne aveva notizie. .