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Garlando: “Inter prigioniera per mezz’ora ma vittoria che sa di svolta. Inzaghi ora…”

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Intervenuto su La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, giornalista, ha parlato così del successo dell'Inter sull'Atalanta

Matteo Pifferi

Intervenuto su La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, giornalista, ha parlato così del successo dell'Inter sull'Atalanta:

"Gian Piero Gasperini continuava a mostrare la mano aperta, a forma di granchio e la faceva andare su e giù. Voleva dire ai suoi giocatori: «Saltategli addosso! Aggredite! Pressate!». L’Atalanta ha obbedito e per mezzora buona l’Inter si è ritrovata in gabbia, prigioniera. Gasp l’ha disegnata uomo contro uomo, ancora più del solito, anche se l’infortunio dell’ultimo minuto di Toloi gli ha complicato il piano e gli accoppiamenti. Precettato Palomino, riemerso dalla lunga squalifica. Davanti alla difesa, Ederson e Scalvini bassi col compito di incollarsi alle due mezzali nerazzurre. Il trequartista Pasalic in pressione sul regista Calhganoglu. Koopmeiners esterno atipico per bloccare le avanzate di Bastoni. Esterni contro esterni. In questo modo Gasperini ha soffocato le fonti di gioco. Per mezzora l’Inter è stata incapace di staccarsi le ventose di dosso e ha subito la Dea che è passata meritatamente in vantaggio con il rigore di Lookman.

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Reazione Inter

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"Ma qui l’Inter ha reagito, con la volontà prima che con la tattica. E questo non è un dato banale, perché una delle principali lacune della squadra nella sofferta prima parte della stagione era proprio la mancanza di reazione, la fragilità mentale che la portava ad afflosciarsi alla prima difficoltà. Simbolica la sconfitta di Torino contro la Juve. Dopo aver dominato il primo tempo, ha subito il gol di Rabiot ed è stata incapace di reagire. Tutte le volte che era passata in svantaggio, l’Inter non aveva mai raddrizzato la partita. Nelle ultime due, contro Bologna e Atalanta lo ha fatto. Quasi un cambio di passo, confermato da un altro evento significativo: quello di Bergamo è stato il primo scontro diretto vinto dopo i quattro persi con Lazio, Milan, Roma e Juventus. Aggiungiamoci una terza sterzata rispetto alle brutte abitudini precedenti: la praticità offensiva. Contro la Juve, la squadra di Inzaghi ha sprecato l’impossibile, prima di cadere. Ieri, con tre tiri in porta ha segnato tre gol. È come se l’Inter avesse deciso di consegnarsi alla lunga sosta invernale con tutti i sentimenti a posto, pronta a riemergere per il duello chiave del 4 gennaio, contro il Napoli capolista. Ripristinato anche il canale comunicativo tra Inzaghi e la squadra. Dopo la brutta sconfitta allo Stadium, caratterizzata dalla mancanza di cattiveria e reazione, il tecnico, incapace di animare la squadra, era stato chiamato a rapporto dalla dirigenza. Ieri la truppa ha raccolto le indicazioni del comandante, anche tattiche. Decisivo l’avanzamento di Dumfries nella ripresa. Durante il primo tempo, Inzaghi urlava e si sbracciava per chiedere all’esterno olandese, che batteva la fascia lontana, di spingere di più, come stava facendo bene Dimarco a sinistra. Grazie agli esterni, voleva uscire dalla gabbia del Gasp che aveva inaridito le fonti centrali. Nella ripresa Dumfries si è piantato oltre la metà campo e non è più tornato indietro. Ha aperto una linea di gioco in più, ha aumentato il numero degli assaltatori e ha costretto Maehle a restare basso. Al contrario, non ha pagato la mossa di Gasperini che aveva una sua logica: riportare Koopmeiners al centro del gioco, dopo un primo tempo troppo defilato, e aumentare la carica offensiva. Ecco l’olandese spostato nella casella di Scalvini e Malinovskyi inserito in zona rifinitura. Ma l’ucraino è entrato malissimo e ha perso la palla che ha portato in vantaggio l’Inter. Il cambio non ha pagato e la Dea non è stata più in grado di sostenere la pressione del primo tempo. Non è la prima volta che ne prendiamo atto: l’Atalanta, atleticamente dominante, che un tempo triturava gli avversari per poi stenderli nel finale, non esiste più. Questa è diversa, l’Inter ne ha approfittato. E si sente pronta per il Napoli".

Atalanta Inter Inzaghi

Sfida al Napoli

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"Il guanto di sfida è fatto di numeri. Nelle ultime 7 giornate solo la squadra di Spalletti ha vinto di più di quella di quella di Inzaghi: 7 contro 6. Ma l’Inter, in questo stesso tratto di strada ha segnato di più: 20 gol contro i 19 azzurri. Numeri che smentiscono il baratro degli 11 punti in classifica. Inzaghi si specchia nei dati più recenti, nella svolta di Bergamo per sentirsi all’altezza della capolista. Con un dubbio però: si può fare a meno di Dzeko e Calhanoglu, i migliori ieri? Il primo ha segnato due gol, il secondo ne ha innescati altrettanti. Inzaghi si è affrettato ad annunciare Brozovic titolare contro il Napoli. Ma è un dato di fatto che la regia del turco ha fatto bene all’Inter: circolazione più veloce di Brozo che ama fermare la palla. Così come ha fatto bene all’Inter il lavoro di tessitura offensiva di Dzeko, a parte i 7 gol segnati. Senza la ricerca ossessiva della profondità per Lukaku, l’Inter è tornata a palleggiare bene come un anno fa. La strada è lunga e faticosa. Serviranno tutti. Se il Napoli è così avanti è proprio perché ha giocato bene con le rotazioni. Quelli d’abbonzanza non sono mai problemi. Ma Inzaghi lo sa: difficile considerare riserve Mkhitaryan e Dzeko; non facile strappare le chiavi a Calha e consegnarle a Brozo".

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