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GdS – Inter, Spalletti si è ingarbugliato. Con Santon operazione fallita…

Gattuso non può più perdere. Spalletti è in linea con gli obiettivi e ha un gioco

Francesco Parrone

Il Milan ha girovagato intorno a tutto lo scibile tattico per ritornare al 4-3-3 della scorsa stagione. Mai come in questo caso i numeretti non dicono nulla, sono scatole vuote. Nel Milan non si vede niente che assomigli a un gioco forte e riconoscibile. Sembra quasi che i giocatori facciano da sé, sulla base di conoscenze proprie. Gattuso ha recuperato Suso esterno d’attacco a destra, per dargli modo di rientrare sul sinistro, e ha rilanciato Bonaventura doppiogiochista, mezzo esterno e mezzo trequartista. Cose già viste, ma forse è giusto, nei momenti di difficoltà bisogna puntare sulle poche certezze che si hanno.

L’Inter è più definita e consolidata, pratica il 4-2-3-1 dall’estate. Il sistema di gioco, inteso come identità, non è un problema, casomai lo è l’interpretazione monotematica, con tutti quei cross, specie da destra. Ci vorrebbe qualcosa di differente, servirebbe imprevedibilità per vie centrali. Secondo La Gazzetta dello Sport, oggi Spalletti dovrebbe riproporre Joao Mario trequartista dietro Icardi, l’ennesimo tentativo di rianimazione del portoghese, preso per sparigliare e però troppo ordinario e prevedibile nelle sue apparizioni. Snodi nevralgici del match potrebbero prendere forma sulle fasce, Suso-Nagatomo e Bonaventura-Cancelo.

Gattuso e Spalletti sono inversamente proporzionali. Il primo è stato un grande mediano campione del mondo ed è oggi un allenatore tutto da decifrare. Il secondo è stato un onesto mediano di Serie Ced è da tempo uno degli allenatori più bravi d’Europa e dunque del mondo. Gattuso ha sovraccaricato la vigilia: «Sarà come un finale del Mondiale», ha detto. Uscita discutibile, perché aggiunge pressione ai rossoneri e toglie valore a una vera finale, quella del 2006, che Gattuso giocò da protagonista. L’aspetto motivazionale è importante, ma non basta. Oltre alle urla a bordo campo e alle frasi roboanti occorrono i contenuti tecnico-tattici. Spalletti ha scelto un profilo più basso, consapevole forse di aver esagerato con la comunicazione fino a un paio di settimane fa, quando l’Inter andava forte. Le ultime sconfitte non devono oscurare il lavoro svolto dal tecnico toscano. Spalletti ha preso una squadra in pieno marasma e senza godere di un mercato scintillante l’ha riportata in quota. Si è ingarbugliato nel momento migliore. Aveva trovato la quadra, aveva ricostruito Nagatomo, e proprio lì è intervenuto un mese fa. Via il giapponese, per tentare il recupero di Santon. Operazione fallita, tra Juve e Udinese. Mai violare il sacramento della «squadra che vince non si cambia». Spalletti ha rilanciato con Cancelo, scongelato come terzino destro. Operazione rischiosa, ma affascinante, sul filo dell’equilibrio. Così sarà Milan-Inter di oggi, un derby da equilibristi e senza rete.

(Fonte: Sebastiano Vernazza, La Gazzetta dello Sport 27/12/17)

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