Si è spento a 81 anni Eugenio Bersellini, il tecnico "Sergente di ferro" che regalò all’ Inter uno scudetto e due Coppe Italia fra la fine degli Anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. In bacheca anche la Coppa Italia 1984/85 alla guida della Sampdoria e uno scudetto libico (2001/2002) con l’Al Ittihad. Già, Bersellini fu infatti uno dei primi tecnici italiani a sconfinare, e a gestire fra l’altro una Nazionale estera, proprio quella libica dal 1998 al 1999.
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GdS – L’Inter piange Bersellini: vinse il 12° scudetto con Altobelli e il Becca
Campione d’Italia nel 1979-80 con l’Inter, lanciò Bergomi e prima di lasciare i nerazzurri segnalò Zenga
Secondo quanto riferisce La Gazzetta dello Sport, è l’estate del 1977 quando Ivanoe Fraizzoli decide di affidare a Bersellini la rifondazione interista. Bisogna voltare pagina e chiudere definitivamente l’era della Grande Inter. SandroMazzola è consigliere delegato, Beltrami d.s., a Facchetti il compito di guidare la nuova generazione da capitano, dentro e fuori dal campo. Gli acquisti più importanti sono Altobelli e Scanziani, arrivano rispettivamente dal Brescia e dal Como. Dalla Primaveraviene poi promosso Giuseppe Baresi. In campionato i nerazzurri chiudono al quinto posto e vanno in CoppaUefa. E’ invece subito trionfo in Coppa Italia: in finale, Napoli avanti con Restelli, quindi la rimonta firmata
Altobelli e Bini. Ecco gli undici eroi: Cipollini in porta; poi in rigoroso ordine numerico, dal 2 all’11, i vari Canuti, Fedele, Baresi, Gasparini, Bini, Scanziani, Oriali, Altobelli, Marini e Muraro.
L’anno successivo, su consiglio di Spillo Altobelli, da Brescia arriva pure Evaristo Beccalossi. La campagna acquisti viene completata con Pasinato, Silvano Fontolan e baby Aldo Serena. Si ritira Facchetti, il nuovo capitano è Graziano Bini. Una stagione senza successi: quarto posto in campionato e fuori ai quarti di finale sia in Coppa delle Coppe(contro il Beveren) sia in Coppa Italia (eliminati dalla Juve). Secondo la maggior parte degli addetti ai lavori l’Inter è però ormai pronta al grande salto. Piace il calcio di Bersellini, fatto di ritmo, disciplina, cattiveria, ma anche tanta qualità. E infatti nel 1979/80 arriva lo scudetto numero 12.
Nell’estate del 1979, Bersellini pretende in particolare un solo nome: Domenico Caso. Tutto il progetto inizia a quadrare. I nerazzurri sono solitari in testa già dopo 90’: ci sono infatti sette pareggi nella prima giornata. Una cavalcata straordinaria: in porta c’è Bordon; dietro comanda Bini, coadiuvato da Baresi, Mozzini e Oriali; in mezzo al campo la potenza di Pasinato, l’intelligenza di Caso e la generosità di Marini; quindi il geniale Beccalossi a supporto di Altobelli e Muraro. Ma gli idoli incontrastati sono Altobelli, Beccalossi e Oriali. Da questa squadra, qualche anno più in là, attingerà molto pure Enzo Bearzot per la sua Italia Mundial del 1982: Spillo Altobelli, Lele Oriali, Ivano Bordon e Gianpiero Marini. Senza dimenticare Beppe Bergomi. Sì, perché fu proprio Bersellini a lanciare l’allora 16enne Bergomi nel grande calcio, in una partita di Coppa Italia contro la Juve (gennaio 1980). Un anno dopo, lo Zio fa il suo esordio anche in serie A, a 17 anni e 2 mesi: contro il Como, 22 febbraio 1981. E nel frattempo Bersellini aveva fra gli altri segnalato l’importante crescita nelle giovanili di un portierino niente male, Walter Zenga. Bersellini lascia l’Inter nel 1982, da vincente: porta a casa infatti un’altra Coppa Italia battendo il Torino nella doppia finale. All’andata, a Milano, decide Aldo Serena. A Torino è 11: reti di Cuttone e Altobelli.
(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 18/09/17)
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