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Il Giorno sulla busta di minacce: “C’era il timbro di Firenze. Forse la notorietà di Conte…”

Si aggiungono dettagli alla vicenda delle minacce arrivate all'Inter e a Conte

Redazione1908

Stando a quanto riportato dal Giorno, il mittente della missiva indirizzata all'Inter, contenente anche una cartuccia calibro 22 caricata a pallini, avrebbe preso di mira l’allenatore nerazzurro Antonio Conte, i suoi familiari e preparatore atletico Pintus, arrivato in estate ad Appiano Gentile. "La lettera è arrivata nel quartier generale della Beneamata, in viale della Liberazione, nel pomeriggio di giovedì; da lì è scattata la segnalazione ai militari e la successiva denuncia. Di conseguenza, è stato subito attivato un dispositivo di sicurezza per proteggere sia Conte che Pintus, nelle rispettive residenze e nei luoghi da loro abitualmente frequentati, compreso il centro sportivo di Appiano, in provincia di Como: sin dalla serata di giovedì, è stata diramata a tutti gli equipaggi delle forze dell’ordine sul territorio, vale a dire le Volanti dell’Ufficio prevenzione generale e il Nucleo Radiomobile dei carabinieri, la comunicazione relativa all’attivazione della cosiddetta «vigilanza generica radiocollegata» (il più basso tra i livelli di sorveglianza previsti per la sicurezza di un personaggio pubblico), che in sintesi consiste in un passaggio frequente delle pattuglie in servizio nel macrosettore di riferimento nei posti indicati dalla misura, in questo caso l’abitazione dell’allenatore e la sede del club nerazzurro; e lo stesso provvedimento potrebbe essere stato adottato anche nel Comune di residenza di Pintus, nel Comasco". 

Indizi sul mittente: "Sulla busta c’era il timbro postale di Firenze, anche se non è detto che la missiva sia stata imbucata proprio nel capoluogo toscano. I primi accertamenti hanno fatto emergere che il raid è legato al ruolo di Conte come tecnico dell’Inter, ma che certamente non è da ricollegare alla galassia ultras; tantomeno, pare la convinzione degli inquirenti, non dovrebbero essere coinvolti neppure personaggi vicini ad ambienti criminali. Piuttosto, a entrare in azione potrebbe essere stato un mitomane, attratto dalla notorietà di Conte e dalla sua esposizione mediatica, aumentata nell’ultimo periodo dal suo ritorno in Italia e dall’ottimo inizio di campionato di Handanovic e compagni".

(Il Giorno)

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