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Giulini: “Favorevoli alla ripresa, ma serve chiarezza. Nainggolan? Darà sempre il 100%”

Il presidente del Cagliari apre al ritorno in campo

Fabio Alampi

Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, in un'intervista concessa al Corriere dello Sport ha parlato dellapossibilità di riprendere il campionato.

Martedì scorso la Lega ha votato all'unanimità per la ripresa della Serie A. Com'è nata questa compattezza?

"L'unità della Lega nasce dalla necessità di maggiore professionalità nella gestione del momento. È infatti inaccettabile la strumentalizzazione di due bozze di documenti tecnici allo scopo di definire le posizioni delle società rispetto alla ripresa. Serviva una posizione chiara".

Qualche suo collega però si è già pentito di aver votato a favore della ripresa...

"Io guardo in casa mia. Noi siamo favorevoli alla ripresa, ma a certe condizioni. Ritengo che non sia opportuno riprendere gli allenamenti, con protocolli complessi e onerosi come quelli finora ipotizzati, se non vengono chiarite determinate questioni. Diciamo quattro".

Quali questioni?

"Innanzitutto la certezza di riprendere il campionato con date, luoghi e modalità definite. E' già un passo avanti aver individuato la data limite oltre la quale questo campionato non potrà scollinare cioè domenica 2 agosto".

Perché sarebbe troppo rischioso riprendere gli allenamenti e poi fissare una data per la ripresa della A?

"Perché bisogna scrivere le regole del gioco prima che il gioco riprenda. Quindi è opportuno che non si ponga il focus solo sul protocollo sanitario, ma anche sugli aspetti regolamentali, giuslavoristici, organizzativi e delle varie responsabilità che da questi derivano".

Non crede che sia impossibile avere date e luoghi certi prima di riniziare gli allenamenti?

"Non solo non è impossibile, ma è indispensabile. Semmai nuove circostanze impreviste potranno portare a successive modifiche sempre entro la data limite del 2 agosto. Oltre quella si dovrà cristallizzare la classifica".

Cosa ne pensa di una Serie A 2020-21 a 22 squadre?

"In caso di conclusione della A il 2 agosto, con le coppe europee che si chiuderanno il 29 agosto, immagino che la nuova stagione non riprenderà prima di fine settembre e di conseguenza vedo difficile trovare le date per giocare la A a 22 formazioni".

Andiamo avanti con la seconda questione.

"Serve un regolamento chiaro e inappellabile in caso di eventuali contagi all'interno di una o più squadre. O peggio, in caso di nuovo lockdown. In circostanze simili il campionato andrebbe decretato concluso e la classifica cristallizzata a quel momento".

Perché secondo lei in Germania, in Spagna e in Inghilterra stanno pianificando la ripartenza con più decisione rispetto all'Italia?

"Perché l'Italia è stato il primo Paese europeo colpito dal coronavirus. Abbiamo purtroppo pagato un prezzo carissimo a livello di vite umane e immagino ci sia la volontà, come successo con le attività produttive, di usare la prudenza. A questo punto però gli allenamenti collettivi dovranno ripartire entro e non oltre il 18 maggio, altrimenti il governo dovrà dirci in modo inequivocabile che non intende farci terminare questo campionato".

Passiamo alla terza.

"E' indispensabile il prolungamento dei prestiti e dei contratti in scadenza il 30 giugno fino al nuovo termine della stagione".

Il Cagliari ha parecchi giocatori in prestito. Un problema in più per voi in questo finale?

"Sono certo che uomini come Radja Nainggolan continuerebbero comunque a dare il 100% per il Cagliari fino all'ultimo minuto dell'ultima gara. Chi non lo farà, rimarrà a guardare".

E per quel che riguarda i giocatori in scadenza di contratto, come si comporterà?

"Come ho sempre fatto ovvero con un principio di meritocrazia. Decideremo chi rinnovare a fine stagione".

Finiamo con l'ultima questione.

"Ci vuole un accordo di rinuncia parziale alla retribuzione da parte di tutti i calciatori in rosa che per più di 2 mesi consecutivi non avranno fornito alcuna prestazione".

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