Gabriele Gravina, presidente della Lega Serie A, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera. Il numero uno del calcio italiano ha parlato della guerra in Ucraina e della situazione del massimo campionato nazionale.
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Gravina: “Italia pronta a ospitare le gare del campionato ucraino. Serie A e Superlega…”
L'intervista rilasciata dal presidente della Lega Serie A tra il conflitto in Ucraina, il campionato e la Superlega
Come sta reagendo lo sport all’invasione della Russia in Ucraina?
"Mostrando una compattezza mai esistita prima. Il calcio è un fenomeno di aggregazione sociale formidabile, basti considerare che abbiamo 211 Federazioni contro i 193 Paesi associati all’Onu. Ci siamo mossi compatti e coerenti, urlando a gran voce il nostro no alla guerra".
Cosa può fare in concreto la Figc per aiutare l’Ucraina?
"Un minuto dopo l’inizio del conflitto ho scritto a Pavelko dichiarandomi disponibile ad aiutarli. Siamo pronti a ospitare i loro profughi e le loro gare".
E la posizione della Figc?
"Ci siamo mossi sin dalla scorsa settimana, decidendo di far cominciare le partite dei campionati con cinque minuti di ritardo. Una piccola testimonianza, non l’unica. Adesso stiamo lavorando su altre iniziative: non è solo una guerra contro un popolo perché tutti ne siamo coinvolti".
Uefa più rapida della Fifa nella condanna.
"Ceferin si è mosso subito e bene. Abbiamo organizzato tre Comitati esecutivi straordinari, dando risposte veloci e concrete. La Fifa è sembrata più indecisa, perché aspettava un segnale dal Cio".
Tra poco più di tre settimane l’Italia si gioca il Mondiale attraverso due pericolosi spareggi: quanto è preoccupato?
"La posta in palio è altissima e sappiamo che il percorso è ricco di insidie. Purtroppo ci siamo complicati la vita da soli. Però ho fiducia. Non posso pensare che la Nazionale capace di arrivare sul tetto d’Europa abbia smarrito il senso dell’essere squadra. Mancini, con il nostro aiuto, sarà bravo a centrare un’altra impresa. Chiedo alla gente e all’ambiente entusiasmo e positività. Così ci vedremo tutti in Qatar".
La Lega di serie A sembra che l’abbia messa nel mirino…
"Non mi sento aggredito, almeno non dalla maggioranza dei presidenti. Forse solo da qualcuno che non riesce a esercitare il suo potere. La verità è che tensioni ce ne sono sempre state, ma finiscono con indebolire la leadership. Chi urla non è e non può essere un leader. Spero che la Lega sia in grado di darsi in fretta un presidente forte, capace di fare sintesi e che permetta al calcio italiano di recuperare il gap esistente con gli altri Paesi".
Cosa chiede, quindi?
"Meno litigi e più rispetto, anche nei confronti della Figc e delle altre componenti".
Cosa ne pensa delle rinnovate ambizioni di alcuni club europei, tra cui la Juventus, di far nascere la Superlega?
"La nostra posizione non cambia: è la risposta sbagliata a un problema reale. In questo momento si sente un gran bisogno di unità e non di ulteriori divisioni".
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