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Guidolin: “Inter, Sanchez con Conte è da top 10 mondiale. Sensi, che sorpresa. E Lautaro…”

Le parole dell'ex allenatore

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, l'ex tecnico Francesco Guidolin ha parlato di Alexis Sanchez, nuovo acquisto dell'Inter, da lui allenato ai tempi dell'Udinese nella stagione 2010-2011.

Guidolin, che giocatore era Sanchez nove anni fa? 

«Ho un ricordo bellissimo di lui anche perché quella stagione, insieme alla successiva, furono strepitose per l'Udinese. Alexis segnò 12 gol e servì 10 assist formando una coppia devastante con Totò Di Natale, il suo contributo per arrivare quarti fu determinante. Sanchez avevo avuto modo di vederlo in tv e dal vivo da avversario nel campionato precedente quando ero a Parma. Si intuiva e si notava che era promettente, che aveva delle doti, però non era ancora esploso. Quando l'ho conosciuto a Udine e ho potuto lavorarci quotidianamente, ho intuito che doveva giocare in un ruolo diverso, da numero dieci e non da attaccante esterno. Lui trequartista-seconda punta dietro a Di Natale che aveva il 10 come numero di maglia, ma giocava da numero nove. In quel ruolo Sanchez era più nel vivo del gioco, poteva svariare ed esprimere al meglio le sue doti. Direi che è andata bene, a noi come squadra, ma pure ad Alexis».

Fuori dal campo che ragazzo era Sanchez? 

«Un bravissimo uomo. Lo descrivo con tre parole: lavoratore, umile e generoso».

Immagino abbia avuto modo di seguire la carriera di Sanchez negli anni successivi, fra Barcellona, Arsenal e Manchester United. In cosa è migliorato? 

«Nove anni fa Sanchez era un ragazzo con molto talento e aveva grande fame, voglia di emergere, ma ovviamente gli mancava l'esperienza che ha accumulato poi con il Barcellona di Guardiola e l’Arsenal di Wenger, dove si è espresso al top. Ci siamo incontrati una volta all’Emirates e abbiamo chiacchierato. L'ho seguito spesso e non capisco cosa non abbia funzionato al Manchester United. Pensavo che avrebbe continuato la sua crescita, che all'Old Trafford avrebbe fatto un ulteriore step, invece si è fermato. Ma ripeto, non conosco il motivo, so solo che non ho visto il Sanchez che tutti conoscevamo».

Cosa può portare all’Inter? 

«Guardi, secondo me nel periodo fra il Barcellona e i primi anni all'Arsenal, Sanchez era fra i primi dieci giocatori al mondo e con Conte può tornare a quei livelli. Sanchez è il giocatore che mancava all'Inter perché è abile fra le linee, sa saltare l'uomo e creare la superiorità. Inoltre sa dialogare con i compagni come un centrocampista e aiutare in fase di non possesso. E' completo, ma deve tornare quello di due anni fa».

 

All'Inter ritroverà Lukaku, pure lui reduce da una stagione in chiaroscuro a Manchester. 

«Sanchez è nel pieno della maturità fisico-atletica, ha 30 anni, mi aspetto ancora grandi cose da lui e nel Cile ha dimostrato di stare ancora bene. Il Sanchez che ho conosciuto io, con le esperienze che ha fatto in questi anni, dovrebbe fare grandi cose all'Inter, anzi straordinarie. Con Lukaku, secondo me, può formare una coppia eccezionale per il nostro campionato. Vedremo, sono molto curioso».

Conte per ora ha giocato col 3-5-2 e ha ribadito di voler proseguire così per le caratteristiche tecniche dei propri centrocampisti. Secondo lei con Sanchez potrebbe però provare a volte anche il 3-4-3 avendo giocatori come Politano o Lazaro che potrebbero giocare sul lato destro del tridente? 

«Sanchez può fare tutto, ha gamba anche per giocare da trequartista dietro due punte, abbassandosi anche nel ruolo di mezzala. E' un giocatore duttile. Io l'ho conosciuto che giocava da esterno in un attacco a tre, però per me e con me ha reso molto di più da seconda punta. Conte al Chelsea ha utilizzato spesso un 3-5-2 mascherato in 3-4-2-1 con due trequartisti alle spalle della punta, ma a volte uno dei due giocatori sulla trequarti era Fabregas, un centrocampista che poi scalava dietro in fase di non possesso. Per me il 3-5-2 è il sistema ideale per l'Inter e per lo stesso Sanchez, ma chiaramente starà a Conte valutare il meglio per la sua squadra».

Oltre a Lukaku, Sanchez trova a Milano anche Lautaro Martinez. A volte il belga dovrà rifiatare, come vede insieme i due sudamericani? 

«Bene, perché quando si parla di giocatori di talento e qualità, difficilmente si sbaglia. Lautaro mi piace, è giovane e come il Sanchez di dieci anni fa deve crescere, ma già nel corso della scorsa stagione è migliorato molto. Il tempo gioca per lui e troverà spazi, ne sono certo».

Allargando il discorso a tutta l'Inter, c'è un giocatore che più di altri la incuriosisce o l'ha sorpresa in questo inizio di stagione? 

«Sarò banale, ma rispondo Sensi, per quanto mostrato e per la collocazione in campo. Pensavo, avendolo seguito negli anni scorsi, che fosse più un costruttore di gioco dal basso, una sorta di vice-Brozovic e forse l'Inter lo ha preso proprio per questo. Ma qui si vede la mano e la capacità di un grande allenatore come Conte che, lavorando con lui, ha scoperto le doti migliori di questo giocatore. Sensi è una bellissima mezzala, ha tecnica, spunto, capacità di giocare venti metri più avanti rispetto alla linea di metà campo in una zona dove è più difficile emergere perché ci sono meno spazi, si è aggrediti dai centrocampisti e dai raddoppi dei difensori. Però il ragazzo ha dimostrato di essere agile, avere dribbling, l'imbucata per i compagni e un ottimo tiro dalla distanza».

 

Anche per lei sarà una lotta a tre fra Juventus, Napoli e Inter? 

«Dovessi dire le prime tre a fine campionato, sì, direi loro, però può succedere di tutto, siamo all'inizio. E secondo me le due romane sono forti, possono provare a inserirsi: la Lazio ha un organico che può dare continuità al percorso e al progetto creato dalla società negli anni scorsi, la Roma si è rinforzata e ha una grande rosa».

Sabato a San Siro arriverà l'Udinese, la sua Udinese. Che campionato si aspetta dai friulani? 

«Contrariamente a quanto accadeva negli anni scorsi, quando spesso andavano via i migliori e arrivavano soprattutto giovani di belle speranze, quest’anno all'Udinese sono arrivati elementi più maturi, come Jajalo che mi piace molto o Nestorovski, ed è rimasto De Paul. L'Udinese è nota per aver lanciato tanti giovani, ma vi assicuro che non è semplice ogni anno tirare fuori giocatori di qualità, pronti per dare subito un contributo. Quindi spero e penso che Udinese quest'anno possa sviluppare una classifica più serena rispetto alle ultime annate».

L'Inter schiererà Handanovic, Asamoah e Sanchez, tre ragazzi della sua Udinese. 

«Erano più giovani, ma facevano parte di un’ottima squadra che arrivò quarta e l’anno successivo, senza Sanchez, addirittura terza, raggiungendo per due volte i playoff di Champions, anche se poi non fummo fortunati. Handanovic già ai tempi era una certezza, Asamoah è cresciuto molto come personalità. Spero di vederli tutti sabato perché sarò lì per Dazn. Hanno valorizzato il mio lavoro, gli dirò sempre grazie. Sono stati bravi, ottime persone e giocatori splendidi».

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