La prima grande novità arriva subito. Il capitano non aspetta il novantesimo e mette giù immediatamente il meglio del suo repertorio,palla conquistata in fascia, fuga epica e centro. È il secondo minuto di gioco, la difesa del Chievo mette in angolo l'incursione di Zanetti, va a batterlo Cassano, testa di Ranocchia, poi di Juan Jesus, rinvio corto appena fuori area, palla di nuovo a Cassano sulla destra che calcia subito sul primo palo di Puggioni che s'incarta, palla oltre la riga, 1-0. Non è l'effetto difesa a quattro e ritorno al tridente, ma è una bella sberla. C'è tutto per approfittare di una giornata di campionato che si presenta bene, nessuna delle umane concorrenti ai posti Champions ha fatto i tre punti. E il Chievo è bravo a fare il suo dovere,gioca leggero, quasi rassegnato, arriva bene in fondo e si accontenta. Ci siamo? Forse. È solo un'Inter che non subisce il destino, tipo traversa di Cassano a Siena sul più bello.
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Dopo la fagiolata che apre la partita, Puggioni si ripulisce alla grande l'anima davanti alle verticalizzazioni micidiali dei tre lì davanti. Le occasioni fioccano e il padre di tutte le palle gol è Antonio Cassano in versione bravo figliolo. Una palla spettacolare a Cambiasso è deviata in angolo da Puggioni, uguale pochi istanti dopo su Gargano, passano un paio di minuti e la palla gol è per Palacio che parte tardi ma si sarebbe trovato solo inarea. Non è finita, angolo di Cassano,frustata di Ranocchia che sale e arriva il secondo gol. Manca il meglio. Stramaccioni avvisa Milito che ancora un paio di minuti e poi lo toglie, il tempo stringe e Cassano decide di affrettarsi a mandarlo in gol, gli mette la palla in area, controllo,destro,terza rete. Tutto vero, tutto successo ieri sera e senza teatro, Cassano è salito qualche metro sopra gli altri,gli succede,e ha visto prima quello che sarebbe successo. Il fatto è che se batti il Chievo a San Siro hai fatto il tuo dovere e basta,per la rincorsa all'Europa che conta ci vuole qualcosa d'altro, per esempio scansare le cadute di ritmo.
Quando Gargano e Kuzmanovic hanno lasciato scorrere la palla correndogli al fianco, l'Inter è scesa a poca roba, Dainelli e Acerbi recuperavano la posizione e Milito veniva oscurato. È successo regolare al 21' quando Jokic è fuggito sulla destra della difesa dell'Inter, quella presidiata da Zanetti, ha crossato e Rigoni di testa ha pareggiato. Circa dieci minuti prima medesima situazione con fuga di Thereau e capocciata di Acerbi fuori di un soffio. Quell'Inter non convinceva affatto. Quella che nel secondo tempo ha giocato a flipper nell'area del Chievo ha dato scosse di adrenalina pura.
Una, due quattro, sei occasioni,Puggioni centobraccia, Cassano palla sotto la suola, Palacio, Alvarez, Nagatomo, una palla gol non si nega a nessuno. Quanto abbia inciso il nuovo schieramento con la difesa a quattro e il ritorno al tridente offensivo non è valutabile. Il Chievo è stato bravo a non dare fastidio. Zanetti ha fatto 596 presenze, Stankovic è riapparso dopo una vita, mancava dal 2 maggio,Milito torna,segna e l'Inter vince, Kuzmanovic ha messo dentro altri 90'.
E Kovacic, fuori per un problema alla caviglia nell'ultimo allenamento, si è visto la partita dalla tribuna assieme a Diego Laxait, l'Inter prossima. Momenti di tensione prima della partita quando il pullman dell’Inter è stato bloccato alle porte dello Stadio Meazza dai manifestanti dell’ippodromo di San Siro,che protestano per la crisi del settore ippico. Pullman fermo per circa 1’, fino a quando Stramaccioni ha mostrato una maglietta con scritto «Save Italian Racing» tra gli applausi dei manifestanti. Applausi che non ha avuto invece Mario Balotelli, presente nei cori degli ultras nerazzurri. Poco benevoli nei suoi confronti.
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