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IlMessaggero – Inter possibile sorpresa. Garcia: “Dodò ragazzo d’oro”

Sarà anche un torneo estivo ma Garcia di essere eliminato e tornare a casa non ci pensa minimamente. Il tecnico vuole superare l’Inter (ore 19) per sperare poi di approdare in finale nella prestigiosa Guinness Cup: «Possiamo vincere e vogliamo...

Francesco Parrone

Sarà anche un torneo estivo ma Garcia di essere eliminato e tornare a casa non ci pensa minimamente. Il tecnico vuole superare l’Inter (ore 19) per sperare poi di approdare in finale nella prestigiosa Guinness Cup: «Possiamo vincere e vogliamo andare a Miami». Non dipende solamente dalla Roma. Totti e compagni infatti devono vincere entro i tempi regolamentari e augurarsi che il Real Madrid faccia lo stesso contro il Manchester United, che con cinque punti in classifica, precede proprio le due squadre italiane con tre. Come al solito l’ex Lille dimostra di avere le idee chiare e plaude alla prova dei suoi contro l’undici di Ancelotti: «Una partita che dimostra quanto sia importante essere efficaci. Abbiamo giocato meglio con il Manchester United che con gli spagnoli, ma con il Real siamo stati davvero puntuali in attacco e in difesa. Sono contento, serviva reagire dopo una sconfitta». Consapevole di quanto il calcio e l’umore dei tifosi siano volubili, Garcia tiene i piedi per terra quando gli viene ricordato che la Roma è (forse) la favorita per lo scudetto: «Sono sempre per l’equilibrio, anche se questo è il bello del nostro sport ».

PIEDI PER TERRA -  «Oggi - continua - c’è grande euforia ma la Juventus ha preso Evra, Morata e vinto tre scudetti di fila. Non può essere l’outsider ma rimane lei la favorita. Dobbiamo puntare a giocare la Champions ogni anno. Poi nessuno si nasconde e già ho detto che il campionato è il nostro obiettivo primario». I giorni passano ma le incognite – soprattutto legate al mercato – rimangono sempre le stesse: «Benatia? Darà il massimo. È un professionista esemplare. Lo abbiamo visto nelle ultime partite, perme non ci sono problemi. Spero che tra poco gli sarà data la possibilità di parlare con voi e di esprimersi. La miglior cosa è ascoltare direttamente le sue parole. Aspettate e questo giorno tra poco potrebbe arrivare». E’ curioso di affrontare l’Inter: «Sembra che possano giocare con una difesa a tre più un regista, un atteggiamento che mipiace. Per quantoci riguarda è il momento di lavorare sia sul piano difensivo che su quello offensivo, per contrastare questo modulo». Poche, come al solito, le indicazioni sulla formazione, nonostante si tratti di un’amichevole. Ne arriva però una per il futuro: «Anche se non giocherà, il numero uno rimane sempre De Sanctis. Skorupski sta crescendo in fretta, ha imparato la lingua ma deve avere più aggressività e personalità. In generale abbiamo una rosa più completa, ci sarà spazio per tutti. Astori? Ha un'esperienza diversa e potremmo vederlo in campo a breve». Probabilmente già questa sera. Inevitabile infine una domanda anche sulla questione legata a Tavecchio: «Dobbiamo lottare contro il razzismo in ogni modo. La bellezza dello spogliatoio è che non si parla del colore della pelle o della religione ma solo di calcio. L'esempio deve arrivare anche dai dirigenti, mi sembra ovvio, no?».

RIVALITA’ E POLEMICHE - Sembra trascorsa un’eternità e invece solamente tre anni fa Roma e Inter duellavano per lo scudetto. Una sfida, quella tra giallorossi e nerazzurri, che ha animato senza intromissioni altrui il post calciopoli. Ora l’Inter, dopo un ultimo triennio da dimenticare, ci riprova. Partita a fari spenti, si candida ad essere la possibile sorpresa del campionato. Un acquisto d’esperienza in difes (Vidic), il bomber che Mazzarri cercava in attacco (Osvaldo) e altri innesti, tra cui l’ex giallorosso Dodò, pronti al riscatto. Proprio il brasiliano ieri ha parlato dei suoi ex compagni: «La Roma? E' un po' come incontrare dopo pochi giorni una ex fidanzata». E come spesso capita la nuova fiamma – che lo ricorda invece con affetto: «Sarà un piacere ritrovare Dodò. E' un ragazzo d'oro, spero che quest'anno giochi di più», le parole di Garcia - ha sempre quel ‘quid’ in più rispetto alla precedente: «Garcia non parlava bene l'italiano ed era alla sua prima esperienza in Italia. Mazzarri invece conosce bene il calcio italiano e alla seconda stagione all'Inter e ci dà ogni giorno molti consigli».