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“Dieci anni”. Cambiasso celebra con un urlo la sconfitta più bella della storia dell’Inter

C'era anche l'argentino nella formazione che il 28 aprile 2010 eliminò dalla Champions il Barcellona di Guardiola

Eva A. Provenzano

Sono passati dieci anni esatti. Dieci anni dalla sconfitta più bella della storia dell'Inter. Passata ai libri di storia del calcio come la serata del muro nerazzurro di fronte al quale si frantumarono tutte le speranze di remuntada del Barcellona.

Facile forse parlare con il senno di poi. Ma in quel 28 aprile del 2010 in tanti pensarono fosse scritto nelle stelle. Dopo 45 anni di digiuno era arrivato il momento di tornare ad alzarla la Coppa dalle grandi orecchie. E così è stato a Madrid quasi un mese dopo.

I ricordi fanno bene al cuore, specie in momenti come quello che si sta attraversando: senza partite senza pali, traverse, dribbling. Ci sono i sogni però. Che tutto possa tornare ad essere bello come è stato dieci anni fa. Che torni un'Inter bella come allora, magari in maniera diversa. Che possa esserci una squadra unita come quella, con la tempra di chi non mollava di un cm, non arretrava di un passo.

Che si possano rivedere facce stanche e orgogliose, come quella di Cuchu, che ha celebrato l'anniversario su Instangram.

Tutto scritto forse, per chi crede nel destino. Di sicuro quella sera milioni di interisti seppero tremare insieme a quella squadra. Con le mani davanti agli occhi per non guardare quella palla che uscì di poco a lato, o il gol di Bojan che entrò a pochi minuti dalla fine nella porta interista, che stava per decretare la fine dei giochi. Il terrore. Poi venne annullato.

In mezzo a quella folla c'è stato chi invece è rimasto incollato al pallone. Come ad imprigionarlo. Insieme a quella squadra che annullò i tentativi del Barcellona di rimonta. E liberò tutti i sogni nerazzurri. Da allora non c'è niente di impossibile per l'Inter, non ci sarà mai.

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