In assenza di un vero e proprio regista (considerando il fatto che Marcelo Brozovic è un centrocampista più a tutto tondo e non un vero specialista del ruolo), ha "costretto" Luciano Spalletti a plasmare la sua Inter in maniera diversa. In sostanza: se non abbiamo chi fa gioco, allora vinciamo in un altro modo. E quell'altro modo è rappresentato dalla fisicità, dai muscoli, dalla cattiveria agonistica. Caratteristiche che, così come la capacità di palleggio in fase offensiva, sono comunque fondamentali per raggiungere il successo. Scrive la Gazzetta dello Sport:
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Inter di muscoli: Spalletti, meno poesia e più cattiveria. Il confronto con il Milan…
I numeri dimostrano quelli che sono i dettami dell'allenatore
"Cattivi contro buoni. Oppure, con meno poesia, più fallosi contro meno fallosi. La sostanza non cambia, perché c’è un dato che più di tutti separa Inter e Milan in questo inizio di stagione: i falli commessi. La maglia dei «cattivi» della Serie A per adesso ha il colore granata del Torino (la squadra di Mazzarri ha fatto 123 falli), ma i nerazzurri sono messi benissimo: arrivati a quota 112 in 8 partite, sono fuori d’un pelo dal podio. I rossoneri, invece, con 69 falli in 7 partite (il 31 ottobre recuperano la sfida contro il Genoa rinviata dopo il crollo del ponte Morandi) sono gli ultimi del campionato e vedono soltanto la Roma, arrivata a 87 falli. Della squadra di Luciano Spalletti si è detto già tante volte: non c’è un regista puro e allora si gioca puntando tutto sui muscoli".
(Fonte: la Gazzetta dello Sport)
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