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Inter-Inzaghi, rinnovo atto pro-forma: Conte dimenticato e scommessa vinta

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Dal rinnovo guadagnato al confronto con Conte per risultati e costi: ora Inzaghi ha davvero convinto tutti

Alessandro De Felice

Dal clima teso dell'8 agosto scorso al trionfo nel derby della semifinale di ritorno di Coppa Italia, che concede all'Inter la possibilità di conquistare il 'Tripletino' dopo la Supercoppa Italiana, già in bacheca, e con lo Scudetto ancora alla portata.

Simone Inzaghi sta vivendo una stagione sulle montagne russe, la prima alla guida dell'Inter. Con il tecnico piacentino al timone, i nerazzurri sono partito bene, prima di vivere a inizio 2022 un periodo di flessione. Poi la scintilla scattata grazie al successo sulla Juventus all'Allianz Stadium.

Comunque vada, il tecnico dell'Inter si è guadagnato sul campo il rinnovo e la fiducia della società, come conferma Tuttosport:

"Simone Inzaghi incontrerà Steven Zhang a fine stagione (una sua volontà, come spiegato dopo la vittoria sulla Juve: «Ho un contratto di due anni che la società mi ha chiesto di prolungare, io ho detto di aspettare»), ma la firma sul nuovo contratto con scadenza nel 2024 sarà un atto pro-forma. Perché l’uomo che ha riportato le lancette dell’Inter ai tempi dei tripletisti (vittoria in Supercoppa, ottavi di Champions, finale di Coppa Italia e primo posto virtuale in campionato) ha già vinto la scommessa".

Inzaghi

Un confronto che regge, in attesa dell'esito della volata scudetto, con Antonio Conte:

"La scommessa l’ha vinta anche chi l’ha scelto dopo l’addio (sbattendo la porta) di Antonio Conte . Il quale - non va dimenticato - quest’anno sarebbe costato a Suning 27 milioni al lordo di stipendio, mentre chi l’ha sostituito peserà un terzo per il monte ingaggi societario. Già per il rapporto costi-rendimento, andrebbe fatto un monumento a Inzaghi. Al quale, non va dimenticato, gli era stato chiesto un posto tra le prime quattro, obiettivo ribadito dopo che l’allenatore ha dovuto “trangugiare” pure il tradimento di Romelu Lukaku che era lo scoglio a cui appigliarsi in una stagione di difficile transizione.

Smantellare la “LuLa” ha voluto dire riprogrammare i movimenti del gioco d’attacco a metà agosto in una squadra che aveva già dovuto digerire l’addio di Hakimi (al momento della cessione ritenuto dai dirigenti l’unico giocatore davvero impossibile da sostituire) e lo shock per quanto accaduto a Christian Eriksen , talento che - per caratteristiche - sembrava fatto e finito per Inzaghi che, alla Lazio, aveva esaltato le qualità di Luis Alberto".

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