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Notte da maestri. La furia contagiosa di Conte contro la forza persuasiva di Fonseca

I due tecnici hanno saputo imporre il loro credo per Inter e Roma e stasera si affrontano in una gara molto importante per la Serie A

Andrea Della Sala

Big match per il venerdì sera della Serie A. Stasera a San Siro si affrontano Inter e Roma, due tra la squadre più in forma, in questo momento, del campionato. A guidarli da una parte Conte e dall'altra Fonseca, due tecnici con un'idea di calcio ben precisa e definita.

"Perché di Conte sappiamo, lo abbiamo visto raddrizzare una Nazionale logora, trascinare un Chelsea avvizzito, prima ancora consumare una Juventus corazzata che poi ha avuto bisogno di cinque anni di Allegri per ricomporsi senza peraltro allentare la sua morsa sull’Italia. A molti, non sappiamo ai giocatori, sarebbe piaciuto sperimentarlo versandolo, acido e non zuccherato così com’è, sulla Roma. Lui ha scelto l’Inter, dove non c’era da costruire: a quello stava pensando la laboriosità del denaro cinese. Semmai c’era da convincere, suggestionare, ottimizzare. Costringere la squadra a produrre in verticale, sostituire la gravità ieratica di Icardi con la forza d’urto di Lautaro e Lukaku", spiega il Corriere dello Sport.

"Il ritorno da lontano non ha cambiato Conte, mentre lui ha cambiato l’Inter. Esperimento riuscito, probabilmente perché lì era il momento. Un allenatore olistico che allena anche l’animo combattente della squadra, anche la pazienza con le sue continue lamentele riguardo al gioco e al mercato, però non chiamatele lamentele o Conte allenerà le vostre orecchie alzando la voce. Non gli hanno chiesto di vincere subito, ma figuriamoci se lui ha tempo da sprecare. Fonseca è diverso e forse più adatto a Roma. Non strizza, accarezza. Non impone, spiega. Ha messo nella cottura a bassa temperatura della squadra la stessa cura che impiega nella lotta laocoontica con la sua ciocca di capelli invadente. Improvvisamente la Roma ha una faccia ed è la faccia di Fonseca. Ci è voluto per capirlo: di Fonseca avevamo un’immagine sbiadita, rifratta dallo Shakhtar. Ma quando gli altri giocatori hanno visto Dzeko tornare agli allenamenti di Trigoria dopo averlo salutato commossi e avergli augurato buona sorte proprio all’Inter hanno capito che qualcosa stava cambiando", aggiunge il quotidiano.

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